Sfatato il mito della meditazione: non ci rende persone migliori
La meditazione non ci rende persone migliori, non è in grado di cambiare il nostro comportamento sul lungo periodo. Questa è la conclusione a cui sono arrivati i ricercatori della Coventry University che hanno preso in analisi alcuni studi passati che si erano interrogati sugli effetti di alcune tipologie di meditazione sul comportamento e i sentimenti prosociali.
Lo studio. Come dicevamo, per giungere alla loro conclusione, i ricercatori hanno preso in analisi più di 20 studi effettuati proprio in passato sulle conseguenze di pratiche di meditazione, come la mindfulness, sul comportamento delle persone e sulla loro motivazione prosociale. Dai dati raccolti era emerso un impatto positivo generale della meditazione. Secondo i ricercatori la meditazione permetteva alle persone di sentirsi più compassionevoli o empatiche rispetto a coloro che non svolgevano alcuna pratica di ingaggio emozionale.
Nuove rivelazioni. I ricercatori hanno però scoperto, analizzando più a fondo i dati, che la meditazione non influenza, riducendola, la nostra aggressività, né ci migliora. Il problema dei vecchi studi, secondo i ricercatori, è nella metodologia utilizzata: a quanto pare infatti erano influenzati dal fatto che l'autore dello studio era anche l'insegnante di meditazione preso in analisi.
Conclusioni. E non è tutto. A quanto pare i risultati ottenuti non mostravano alcun significativo valore se messi a confronto con quelli riguardanti persone che non facevano meditazione. Insomma, i risultati potrebbero essere stati involontariamente compromessi.
Attenzione però. Dicendo che la meditazione non ci rende necessariamente migliori, i ricercatori non vogliono schierarsi, ad esempio, contro il Buddismo, ma semplicemente vogliono sottolineare l'errata metodologia che ha portato, secondo loro, a credere erroneamente che simili tecniche potessero influenzare il nostro comportamento. “Per comprendere il vero impatto della meditazione sui sentimenti e sul comportamento delle persone, dobbiamo prima affrontare le debolezze metodologiche che abbiamo scoperto a partire dalle alte aspettative che i ricercatori potrebbero avere sul potere della meditazione”.