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Scoperto un nuovo pianeta gassoso simile a Giove, è sopravvissuto alla morte della sua stella

In orbita attorno a una nana bianca, è stato rilevato grazie al telescopio Keck da un team di astronomi dell’Università della Tasmania: offre una visione di quello che sarà il Sistema solare tra qualche miliardo di anni, quando il sole morirà.
A cura di Valeria Aiello
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Rappresentazione artistica di un gigante gassoso in orbita attorno a una nana bianca / NASA
Rappresentazione artistica di un gigante gassoso in orbita attorno a una nana bianca / NASA

Un nuovo pianeta, un gigante gassoso a circa 6.500 anni luce di distanza dalla Terra, è stato rilevato durante la sua orbita attorno a una stella nana bianca della Via Lattea. La scoperta pubblicata su Nature si deve a un team di astronomi dell’Università della Tasmania di Hobart, in Australia, guidato dal ricercatore Joshua Blackman, che ha individuato la sua presenza grazie al telescopio Keck, offrendo una visione di ciò che sarà il Sistema solare tra qualche miliardo di anni, dopo la scomparsa della Terra, quando il Sole sarà diventato una nana bianca. “È la prova che i pianeti attorno alle nane bianche possono sopravvivere alle fasi giganti della loro stella” indicano gli studiosi.

Il pianeta, simile a Giove, è stato rilevato sfruttando un effetto chiamato di microlensing, o “microlente gravitazionale”, per cui quando una stella vicina alla Terra si allinea con una stella più lontana, la gravità della stella in primo piano agisce come lente, amplificando la luce della stella sullo sfondo. “Ma se c’è un pianeta in orbita attorno alla stella più vicina, ecco che la forma della lente risulterà continuamente alterata dalla gravità del pianeta, man mano che questo orbita attorno alla sua stella” spiegano gli esperti dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF) – .  Altrettanto deformata apparirà dunque la luce amplificata proveniente dalla stella in secondo piano”.

Queste “deformazioni” della lente sono state osservate con i telescopi dell’Osservatorio Keck di Maunakea, alla Hawaii, e la natura della luce ha permesso ai ricercatori di escludere che si trattasse di una nana bruna. “Siamo stati anche in grado di escludere la possibilità che fosse una stella di neutroni, o un buco nero. Ciò significa che il pianeta è in orbita a una stella morta, una nana bianca” ha aggiunto l’astronomo del CNRS francese e coautore dello studio Jean-Philippe Beaulieu.

Il pianeta, dall’improponibile nome di MOA-2010-Blg-477Lb (così è stato classificato l’evento di lente gravitazionale) non è il primo gigante gassoso in assoluto che sia stato mai osservato attorno a una nana bianca, ma è il primo ad essere molto simile al gigante gassoso del Sistema solare. La sua distanza dalla nana bianca è di circa 3 unità astronomiche, paragonabili alla distanza tra Giove e il Sole, e anche la massa è confrontabile, appena il 40 percento maggiore.

Gli astronomi ritengono probabile che la nana bianca rappresenti un analogo degli stati finali del Sole e di Giove nel nostro Sistema solare, quando tra cinque o sei miliardi di anni la nostra stella si sarà espansa in una gigante rossa per poi morire come nana bianca. Giove potrebbe quindi sopravvive, mentre i pianeti più interni, almeno fino alla Terra, saranno già bruciati da tempo. “La nostra scoperta conferma che i pianeti che orbitano a una distanza sufficientemente grande possono continuare a esistere anche dopo la morte della loro stella – ha concluso Blackman – . Dato che questo sistema è un analogo del Sistema solare, la sua esistenza suggerisce che Giove e Saturno potrebbero sopravvivere alla fase di gigante rossa del Sole, quando esaurito il combustibile nucleare si autodistruggerà”.

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