526 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Scoperte cellule “spia” che rivelano quale sarà la gravità di Covid-19

Le ha identificate un team di ricerca internazionale studiando un tipo di cellule immunitarie e il loro potenziale ruolo nell’infezione da coronavirus: “Un pezzo importante del puzzle nella comprensione delle condizioni che determinano le forme gravi della malattia”.
A cura di Valeria Aiello
526 CONDIVISIONI
Immagine

Fin dai primi mesi della pandemia di Covid-19, i medici hanno osservato che il modo in cui il sistema immunitario risponde all’infezione da Sars-CoV-2 può determinare una diversa gravità della malattia. La maggior parte delle persone sviluppa sintomi da lievi a moderati e supera la malattia senza bisogno di cure ospedaliere ma, nei casi più gravi, l’infezione può portare a una serie di complicazioni, come l’insufficienza respiratoria, la polmonite interstiziale o addirittura alla morte. L’esatto motivo per cui la gravità della malattia differisca così tanto tra i pazienti non è stato ancora completamente chiarito ma le ricerche finora condotte hanno suggerito che questa diversità sia influenzata da variazioni individuali nella risposta immunitaria precoce. In particolare, un nuovo studio pubblicato sul Journal of Clinical Investigation  ha dimostrato che i pazienti colpiti da forme gravi di Covid-19 presentano nel sangue livelli più elevati di un determinato tipo di cellule immunitarie, chiamate cellule soppressorie di derivazione mieloide, indicando il loro potenziale ruolo nella gravità della malattia.

Cellule "spia" rivelano quale sarà la gravità di Covid-19

Lo studio, condotto da un team di ricerca internazionale guidato gli svedesi del Karolinska Institutet e del Karolinska University Hospital in collaborazione con i ricercatori della Stemirna Therapeutics di Shanghai e della Stanford University negli Stati Uniti, ha infatti dato prova del ruolo di queste cellule nelle forme gravi di Covid-19, portando a una maggiore comprensione del loro coinvolgimento nella malattia.

Livelli di M-MDSC nel sangue in soggetti sani e a seconda della gravità della malattia. Livelli più elevati sopprimono le cellule T.
Livelli di M-MDSC nel sangue in soggetti sani e a seconda della gravità della malattia. Livelli più elevati sopprimono le cellule T.

Nel dettaglio, l’analisi ha preso in esame campioni di sangue e del tratto respiratorio di 147 pazienti con Covid-19 che sono stati confrontati con quelli di pazienti con influenza e di individui sani, dimostrando che i pazienti che sviluppano una forma grave di Covid-19 presentano livelli significativamente più elevati di uno specifico sottoinsieme monocitico di cellule soppressorie derivate da mieloidi (M-MDSC) rispetto ai casi più lievi e agli individui sani. I pazienti Covid-19, tra l’altro, avevano un minor numero di cellule T nel sangue rispetto ai soggetti sani, chiarendo l’effetto soppressivo di M-MDSC già osservato in altre condizioni infiammatorie.

Lo studio ha dunque indicato che un più alto livello di M-MDSC nelle fasi precoci della malattia sembra riflettere la successiva gravità di Covid-19, “fornendo un pezzo importante del puzzle nella comprensione della connessione tra il sistema immunitario innato precoce, che include M-MDSC, e il sistema immunitario adattativo successivo, che comprende le cellule T” ha affermato la professoressa Anna Smed Sorensen del Dipartimento di Medicina del Karolinska Institutet e autrice principale dello studio. “Esiste anche una forte connessione clinica – ha aggiunto Sorensen – poiché questi risultati potrebbero potenzialmente utilizzati per sviluppare nuovi biomarcatori per le forme gravi di malattia”.

526 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views