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Scoperta una nuova cometa, illuminerà i cieli del 2013

Sarà visibile anche di giorno nel novembre del 2013, grazie alla sua straordinaria vicinanza al Sole. Ma poi forse si scioglierà.
A cura di Roberto Paura
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Viene direttamente dalla nube di Oort, il grande serbatoio di comete posto a metà strada tra il Sole e il nostro più vicino sistema stellare, e sembra sia la sua prima visita al nostro Sistema Solare. Si chiama C/2012 S1, già ribattezzata però “Cometa ISON”, dall’acronimo dell’International Scientific Optical Network, la rete che unisce numerosi telescopi principalmente di astrofili russi. Proprio due astrofili russi, Vitali Nevski e Artyom Novichonok, l’hanno scoperta lo scorso 21 settembre attraverso un telescopio riflettore da 40 centimetri. Dopo le conferme giunte da altri appassionati di osservazioni astronomiche e da astronomi professionisti, lunedì 24 settembre l’Unione Astronomia Internazionale ha ufficialmente annunciato la scoperta della cometa, che promette di riservarci uno straordinario spettacolo per il 2013.

Spettacolo o scomparsa prematura? – Secondo i calcoli realizzati dagli astrofili dell’Osservatorio di Remanzacco, in provincia di Udine, la cometa ISON arriverà al perielio, cioè al punto di massima vicinanza al Sole della sua orbita, tra il 28 e il 29 novembre 2013. Disterà appena 1,4 milioni di chilometri dalla superficie solare, cosa che potrebbe provocarne lo scioglimento: com’è noto, infatti, le comete sono principalmente costituito da ghiaccio, la cui sublimazione prodotta dall’avvicinamento al Sole è la causa delle loro spettacolari chiome. La cometa ISON si trova al momento dalle parti di Giove, ma attraverso un’analisi di precedenti fotografie astronomiche è stato possibile individuarne le tracce dal dicembre 2011, e calcolarne quindi l’orbita. Nessun pericolo per la Terra, naturalmente. Anzi, da qui potremmo forse goderci uno spettacolo mozzafiato. “Nel migliore dei casi, la cometa è grossa, luminosa e sfiorerà il Sole nel novembre del prossimo anno. Dovrebbe essere estremamente brillante, forse addirittura con magnitudine negativa, e visibile a occhio nudo dall’emisfero boreale per almeno un paio di mesi”, sostiene Karl Battams, del Sungrazer Comet Project, un progetto di studio delle comete sostenuto dalla NASA.

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Quando osservarla – È presto per dirlo, comunque. Non sono rari i casi di comete molto promettenti scomparse poi prima di dare spettacolo. La più piccola cometa Elenin, che aveva fatto tanto parlare di sé alcuni catastrofisti lo scorso anno, è l’ultima di una lunga serie: anch’essa si è letteralmente “sciolta al sole”, dissolvendosi in una miriade di granelli. Il fatto è che queste comete aperiodiche – la cui orbita, cioè, le porta ad avvicinarsi al Sole probabilmente per la prima volta, a differenza delle comete periodiche come quella di Halley – non sono, per così dire, abituate alle temperature che si registrano nelle parti interne del Sistema Solare. È quindi probabile che la ISON si sciolga settimane o mesi prima di diventare visibile dalla Terra. Se però tutto andrà bene, la cometa potrebbe essere addirittura più luminosa della Luna piena, anche se la sua posizione molto vicina alla linea dell’orizzonte potrebbe renderne un po’ complessa l’osservazione. Avremo però tutto il tempo di organizzarci, perché la cometa sarà visibile perlomeno da ottobre 2013 e fino al gennaio 2014 a occhio nudo. Gli appassionati e gli astronomi, comunque, non si scompongono e incrociano le dita.

La nube di Oort – Le comete aperiodiche sono infatti estremamente instabili. Esse provengono, secondo le teorie, dalla nube di Oort, un ipotetico serbatoio di oltre 6000 comete che ogni tanto vengono catturate dall’attrazione del Sole a causa di perturbazioni gravitazionali all’interno della nube, che si estende molto oltre i confini del Sistema Solare, quasi a metà strada con il sistema stellare di Proxima Centauri. Da lì proviene, tra le altre, la cometa di Halley, che tornerà a farci visita nel 2061. L’ultima cometa più luminosa venuta a farci visita era stata la cometa McNaught, nota anche come la Grande Cometa del 2007, più luminosa anche della famosa Hale-Bopp del 1997, anche se il fatto di essere osservabile solo nelle ore diurne o prima del tramonto e di essere poi rapidamente passata nell’emisfero australe ne ha ridimensionato lo spettacolo nei nostri cieli.

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