Scienziati scoprono una proteina che può aiutare a cancellare i brutti ricordi
Un team di ricerca dell’Università di Cambridge ha scoperto una particolare proteina che potrebbe essere utilizzata per indicare se le emozioni o i ricordi delle persone possono essere modificati o addirittura dimenticati. Questa proteina, chiamata Shank, funge da impalcatura per i recettori che determinano la forza delle connessioni tra i neuroni e, secondo gli studiosi, può determinare se i ricordi diventano modificabili.
I ricordi a lungo termine sono sostanzialmente divisi in due tipi: la memoria basata sui fatti, con cui possiamo ricordare cose come nomi, luoghi, eventi, ecc., e una sorta di memoria istintiva, con cui ricordiamo cose come emozioni e abilità. Secondo gli studiosi, questi ricordi emotivi possono essere modificati, utilizzando il beta-bloccante propanololo. In letteratura, alcuni lavori pioneristici di alcuni scienziati di New York hanno mostrato che se gli animali venivano trattati con il propanololo, questo permetteva loro di dimenticare il trauma appreso. Tuttavia, i risultati di questi studi sono stati difficili da riprodurre, facendo sorgere dubbi sulla possibilità che i ricordi fossero modificabili.
Secondo i ricercatori dietro al nuovo lavoro, presentato in occasione della Conferenza ECNP di Lisbona, i ricordi diventano modificabili in funzione alla proteina Shank: se questa proteina viene degradata, i ricordi risultano modificabili. Se invece questa proteina è presente, i ricordi non sono modificabili, spiegando così perché il propanololo non produca sempre amnesia.
Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno addestrato alcuni topi ad associare un clicker a un leggero shock elettrico, per creare un ricordo di paura. Quando questo ricordo è stato riattivato nei topi introducendo il clicker da solo, e subito dopo questo richiamo è stata fatta un’iniezione di beta-bloccante propanololo, i ricercatori non hanno riscontrato l’amnesia riportata in letteratura, ma hanno utilizzato la proteina per determinare se i ricordi erano diventati instabili.
“La proteina può essere utilizzata come biomarcatore per una memoria modificabile – ha spiegato la ricercatrice a capo dello studio, la dottoressa Amy Milton – . Non sappiamo ancora se è direttamente coinvolta nella degradazione della memoria o se è un sottoprodotto di una reazione più profonda. Quello che fa è darci un modo per entrare, una chiave per una delle prime porte per comprendere la biochimica della memoria”.
I ricercatori sperano che i risultati del loro studio possano essere di aiuto per le persone che soffrono di disturbo post-traumatico da stress (PTSD). “Questi sono meccanismi davvero complessi, e dobbiamo tenere a mente che questo lavoro è sugli animali e che il cervello umano è simile, ma molto più complesso – ha aggiunto Milton – . Con questo non pensiamo a situazioni da film, dove i protagonisti possono scegliere quali ricordi cancellare, ma speriamo nel tempo di essere in grado identificare i fattori che rendono modificabili i ricordi negli animali e tradurli nei pazienti umani. In definitiva, speriamo di ridurre l’impatto inconscio dei ricordi emotivi traumatici, il tipo di trauma che può rovinare la vita delle persone con disturbo da stress post-traumatico”.