Sacra Sindone, mistero sullo studio italiano contestato e ritirato: il lenzuolo è fake o no?
Uno studio, in cui si sosteneva che l'uomo avvolto dentro la Sacra Sindone di Torino fosse stato "vittima di pesanti torture prima di una morte cruenta", è stato ritirato dalla rivista che lo aveva pubblicato. Sembrano non placarsi mai le polemiche attorno alla reliquia più famosa del mondo cristiano. Da pochissimo era uscita una ricerca dell'antropologo forense Matteo Borrini e del chimico organico Luigi Garlaschelli che metteva in forte discussione la veridicità delle presunte macchie di sangue sul sacro sudario, generando un vero "vespaio". Adesso, la rivista scientifica a libero accesso Plos One torna sui suoi passi e ritira un articolo, da lei pubblicato, dove il ricercatore Giulio Fanti, del dipartimento di Ingegneria industriale dell’università di Padova, dichiarava di aver trovato tracce biologiche nella fibre della Sindone.
Ritirato. Il ricercatore dell'università di Padova nel suo studio tramite ‘microscopia elettronica in trasmissione a risoluzione atomica (TEM) aveva riscontrato particelle di creatina e ferritina, derivati della degradazione del sangue, nelle fibre del lenzuolo funebre. Plos one ha deciso, dopo una consultazione interna del comitato editoriale, di ritirare l'articolo attraverso una dichiarazione lapidaria: "Sono state espresse preoccupazioni sul fatto che i dati presentati in questo articolo non siano sufficienti per sostenere le conclusioni tratte; anche la provenienza, l'integrità e la disponibilità del materiale utilizzato per lo studio sono state messe in discussione". In ambito scientifico suona come una condanna pesantissima per la ricerca che sicuramente darà adito a numerose polemiche.
La polemica. La rivista e i suoi editori in un comunicato hanno elencato i punti che ritenevano insoddisfacenti dello studio di Giulio Fanti e i suoi collaboratori.
- Sulla base delle prove sperimentali dei nostri studi TEM con risoluzione atomica, l'uomo avvolto nella ST ha sofferto di un forte politrauma
- La fibra era impregnata di un siero di sangue tipico di un organismo umano che ha subito un forte trauma
- Su scala nanometrica è codificato uno scenario di grande sofferenza registrato sulle nanoparticelle attaccate alle fibre di lino
" Temiamo che non ci siano stati controlli sufficienti per supportare le conclusioni relative al sangue umano o ai traumi fisici" conclude il comitato editoriale della rivista. Secondo Plos one, l'utilizzo di un'unica fibra di circa 1 mm di lunghezza e 15 μm di diametro, non sarebbe sufficiente per avvalorare le tesi dello studio e i ricercatori non avrebbero valutato se le macchie fossero davvero di sangue umano o provenienti da un animale o artificiali. Questa volta non è uno scontro fra fede e scienza ad infervorare il dibattito sulla Sacra Sindone di Torino, ma una discussione interna fra scienziati, perché se è vero che la religione non può contraddire i propri dogmi, è alla base del pensiero scientifico stesso il continuo mettere in discussione i risultati raggiunti.