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Ricercatori italiani “Ecco il legume contro il Parkinson”: cos’è la mucuna pruriens

I ricercatori italiani fanno sapere di aver testato l’azione del legume mucuna pruriens sui pazienti malati di Parkinson e di aver ottenuto grandi risultati, ecco quali.
A cura di Zeina Ayache
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I ricercatori del Centro per la malattia di Parkinson e i disturbi del movimento del “Pini – CTO” di Milano fanno sapere di aver scoperto un nuovo trattamento per il Parkinson in grado di attenuare i sintomi della malattia proprio come il farmaco oggi più utilizzato, la levodopa. Lo studio, effettuato in Bolivia, ha analizzato gli effetti sui pazienti della mucuna pruriens, una pianta angiosperma conosciuta per le sue proprietà medicinali e per essere considerata un afrodisiaco naturale.

I test hanno preso in analisi un gruppo di pazienti ai quali è stata somministrata la mucuna. Ad intervalli di 90 e 180 minuti, gli scienziati hanno poi valutato le capacità di movimento delle persone per comprendere quanto tempo la sostanza impiegasse a fare effetto, e per quanto questo durasse. Quanto alle quantità, i ricercatori fanno sapere di aver somministrato mucuna in quantità pari a 5 dosi normalmente impiegate di levodopa.

Quanto ai risultati, è emerso un miglioramento dei movimenti dei pazienti e una riduzione degli effetti indesiderati rispetto al farmaco normalmente utilizzato. In merito al legume, Gianni Pezzoli, presidente dell’Associazione Italiana Parkinsoniani (AIP) e direttore del Centro per la malattia di Parkinson e i disturbi del “Pini – CTO”, ha dichiarato che “L’impiego della mucuna pruriens deve essere inteso come un'importante opportunità per trattare i pazienti con malattia di Parkinson in quei Paesi in cui le terapie farmacologiche risultino troppo costose per i sistemi sanitari nazionali e per i malati stessi”. Il discorso non vale per l'Italia dove il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) fornisce gratuitamente le terapie farmacologiche.

Insomma buone notizie per chi soffre di questa malattia neurodegenerativa che ad oggi, purtroppo, non ha ancora una vera e propria cura.

[Foto copertina di Witizia]

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