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Rau Quagga, torna in Sudafrica il cugino estinto della zebra

I primi esemplari di Quagga sono tornati a vivere in Sudafrica. Grazie al “Quagga Project”, i ricercatori sono riusciti a selezionare le zebre per ottenere esemplari dal fenotipo simile a quello dei Quagga estinti nel 1883.
A cura di Zeina Ayache
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Era il 12 agosto del 1883 quando, presso lo Zoo di Amsterdam, morì l'ultimo esemplare di Quagga. Il suo vero nome è Equus quagga quagga ed era una sottospecie della zebra che tanto tempo fa viveva in Sud Africa dove, adesso, è stato reintrodotto. Come è possibile? Il cugino della zebra è tornato a vivere nella sua terra d'origine grazie al “Quagga Project” che, da fine anni '80, si è impegnato nel tentativo di riuscire a ridare una seconda opportunità a questo animale.

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Il progetto si basa sul breeding back, una forma di selezione che permette, grazie a vecchi campioni dell'animale originale, di ottenere da un allevamento selezionato animali dal fenotipo simile a quello del Quagga, in poche parole, consapevoli della parentela tra Quagga e Zebre, i ricercatori hanno selezionato queste ultime per dare vita ad animali esteticamente simili ai Quagga stessi. Non si tratta di clonazione, in quanto questi “nuovi” animali non sono realmente dei Quagga, ma ne hanno l'aspetto.

Questi esemplari hanno infatti un manto che, anteriormente, è simile a quello della zebra, con strisce brune sulla testa e il collo che di schiariscono fino a scomparire sul posteriore. Per ottenere questo effetto anche sui Quagga ‘moderni', i ricercatori hanno impiegato 4/5 generazioni, ma i risultati attuali sono sorprendenti.

L'attuale “zebra” è stata ribattezzata Rau Quagga in onore di Reinhold Rau, il ricercatore naturalista che propose appunto di selezionare le zebre per riuscire ad ottenere un Quagga.

Ma non è pericoloso questo nuovo reinserimento? I ricercatori sostengono che zebre e quagga potranno tranquillamente condividere gli spazi a disposizione. Quanto all'etica di questo progetto, molte sono state le critiche, c'è infatti chi sostiene che sarebbe più opportuno soffermarsi sulle specie a rischio estinzione invece di cercare di riportare, più o meno, in vita quelle che ormai non ci sono più da oltre 100 anni.

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