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Quei “disegni inediti” di Caravaggio che non convincono troppo

Lanciato come scoop assoluto del mondo dell’arte, il ritrovamento di cento presunti disegni giovanili di Michelangelo Merisi merita un ulteriore approfondimento: perché dietro l’annuncio di un ritrovamento epocale potrebbe sempre celarsi una bufala.
A cura di Nadia Vitali
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disegni caravaggio

Chi conosce ed ama Michelangelo Merisi sarà saltato dalla sedia quando ha letto i titoli di giornale delle scorse ore che annunciavano un ritrovamento eccezionale: un centinaio di disegni risalenti alla più fresca giovinezza del genio da Caravaggio, quando appena tredicenne entrava nella bottega di Simone Peterzano a Milano, pittore tardomanierista che fece da primo maestro a quel fanciullo già pieno di talento. Grandi annunci per una scoperta che, per il mondo dell'arte, potrebbe essere a buon diritto la rivelazione del secolo: lanciata in esclusiva da ANSA, la notizia è immediatamente rimbalzata con toni comprensibilmente sensazionalistici da una pagina di cultura all'altra delle principali testate giornalistiche italiane ed internazionali. Poi, passato l'entusiasmo iniziale, sono iniziate le domande: in ritardo, probabilmente in virtù dei tanto discussi canoni del giornalismo online che impone ritmi frenetici uniti, molto spesso, a scarsa riflessione.

Studiosi e specialisti non hanno celato le proprie perplessità, sin dal primo momento: del resto gli autori della "sensazionale scoperta" risultano poco noti al circuito della storia dell'arte, anche se ciò non va interpretato come un "indizio di colpevolezza". Altri, e ben più controversi, sono i punti oscuri in questa sorta di "giallo" che, certamente, merita un'indagine più approfondita: del resto, si sta trattando di un argomento serio che con serietà andrebbe affrontato, evitando di cedere alla lusinga della pubblicità e del marketing (che idea poco felice, a tal proposito, quella di comunicare immediatamente che il valore commerciale dei presunti disegni giovanili di Caravaggio ritrovati ammonterebbe a circa 700 milioni di euro!), applicando conoscenze, metodo e laboriosità ad un'impresa, quella dell'attribuzione delle opere, che richiede anni e le più esperte menti al lavoro. Funzione dell'arte è educare e migliorare gli animi: approssimazioni e chiacchiere leggere non devono aver nulla a che fare con questa.

A partire da oggi sarà possibile acquistare su Amazon due e-book intitolati Giovane Caravaggio – Le cento opere ritrovate curati dai "fantomatici" Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli che mostrerebbero le opere giovanili di Michelangelo Merisi provenienti dal fondo Peterzano, 1378 disegni di proprietà del comune di Milano custoditi all'interno del Castello Sforzesco. Attraverso il confronto con i più celebri dipinti di Caravaggio, verrebbero individuati e messi in evidenza gli elementi di continuità e le presunte similitudini: caratteristiche che troverebbero, comunque, perfetta spiegazione nella banale constatazione che Simone Peterzano fu il primo maestro di Caravaggio e qualcosa dovrà pur avergli insegnato. Del resto, è doveroso spiegare che quei fogli, chiaramente, non erano ignoti né escono fuori dalle brume di qualche misterioso ritrovamento: già altri studiosi si sono confrontati con essi, il nome per tutti di Maurizio Calvesi può essere sufficiente a render l'idea, senza riscontrare in essi particolari dettagli che potessero far propendere per un'assegnazione ad un autore diverso dal Peterzano, che a sua volta fu allievo di Tiziano a Venezia.

Cercando di soprassedere sul fatto che le attribuzioni delle opere d'arte necessitano di tempi infinitamente lunghi, frequentemente accompagnati da controversie tra gli stessi esperti che possono durare anni prima che si giunga ad una conclusione, e tralasciando il particolare che scoperte del genere vengono normalmente presentate a convegni scientifici e non tramite e-book (i tempi staranno anche cambiando, ma non è il caso si spingersi oltre i limiti del buonsenso) resta un dubbio a proposito dei due studiosi sollevato da Francesca Rossi, attuale responsabile del Gabinetto dei disegni del Castello e riportato da Corriere.it: «Non conosco i due studiosi. C'è stato solo un contatto un anno fa per richieste fotografiche, ma in sala studio non li ho visti. Quelli del Peterzano sono studi di dettaglio, ci vorrebbe un documento per essere sicuri dell'attribuzione. Sono disegni generici, è impossibile essere certi». I disegni, infatti, al momento sono consultabili sotto forma di materiale fotografico: il che rende un po' difficile un'analisi specifica.

Chiosa con equilibrio l'Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Stefano Boeri: «Saremmo davvero felici se l'annuncio diramato poco fa dall'ANSA dell'attribuzione a Caravaggio di un centinaio di disegni di proprietà del Comune di Milano risultasse fondato. Attiveremo senz'altro le verifiche necessarie, coinvolgendo un selezionato gruppo di specialisti. Nel frattempo invitiamo tutti a una grande cautela, come è giusto fare in questi casi». Saremo tutti molto felici quando scopriremo che il pittore che fa vibrare gli animi con la sua luce da secoli ha ancora molto da dirci attraverso dei disegni giovanili: ma, per favore, senza sensazionalismi.

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