Quando il coronavirus diventerà endemico (e cosa significa)
Non c’è un modo per prevedere con esattezza come, se o quando finirà la pandemia di Covid-19, ma una possibilità avanzata da parte della comunità scientifica è quella secondo cui, presto o tardi, Sars-Cov-2 diventerà un virus endemico. Ma cosa significa? E cosa comporta la transizione verso uno stato di endemicità?
Cos'è un virus o una malattia endemica
In epidemiologia, il termine endemico definisce il modo in cui una malattia infettiva circola nella popolazione, ovvero le caratteristiche della sua diffusione, in relazione alla trasmissione del patogeno e alla suscettibilità della popolazione. In particolare, si considera endemica una malattia infettiva determinata da agenti patogeni che sono stabilmente presenti nella popolazione e che si manifesta con un numero di casi più o meno elevato ma uniformemente distribuito nel tempo.
In altre parole, un virus endemico è un patogeno costantemente presente nella popolazione, come quelli che causano il raffreddore. “Sono virus sempre con noi e che fanno parte della nostra vita normale” ha spiegato William Schaffner, specialista in malattie infettive e professore presso la Vanderbilt University School of Medicine di Nashville, nel Tennessee. Anche il morbillo è un virus endemico in diversi Paesi, ma non lo è più negli Stati Uniti. “Era endemico e si trasmetteva nella popolazione statunitense in modo regolare – ha aggiunto Schaffner – . Ora, però, non viene più trasmesso, grazie all’uso di un vaccino straordinariamente efficace. Adesso, quando si presentano casi di morbillo, questi vengono indicati come focolai”.
Quando un virus diventa endemico
In questa sorta di scala mobile di classificazione delle malattie infettive, quella causata dal coronavirus Sars-Cov-2 è attualmente una pandemia, ovvero un’epidemia determinata da un patogeno che si diffonde rapidamente in diversi Paesi e Continenti, colpendo un gran numero di persone. Questo perché la popolazione è costituita sostanzialmente da soggetti tutti suscettibili che, nel tempo, con il crescere del numero di infezioni (e della copertura vaccinale), acquisiscono comunque una certa immunità nei confronti del patogeno.
Ed è proprio dalla natura di questa immunità, unitamente all’evoluzione biologica del patogeno, che dipende la transizione verso un potenziale stato di endemicità. “Nel corso del tempo – ha affermato alla rivista Nature l’infettivologa Jannie Lavine della Emoty University di Atlanta – quella di Covid-19 potrebbe diventare come una malattia incontrata per la prima volta nell’infanzia, quando in genere causerebbe un’infezione lieve o del tutto assente. Sebbene tale difesa svanirebbe rapidamente e non sarebbe sufficiente a bloccare completamente la reinfezione, potrebbe risultare adeguata a proteggere gli adulti che manifestano sintomi gravi”.
Il futuro endemico di Sars-Cov-2
Questo scenario è considerato probabile in quanto i ricercatori considerano la possibilità che Sars-Cov-2 si comporti come altri quattro coronavirus endemici che causano il raffreddore, chiamati OC43, 229E, NL63 e HKU1, di cui almeno tre infettano gli umani da centinaia di anni e due sono responsabili di circa il 15% delle infezioni respiratorie.
Potrebbero però volerci anni o addirittura decenni per raggiungere una situazione in cui buona parte della popolazione ha sviluppato un’immunità sufficiente, ha aggiunto Lavine, e in questo percorso saranno di aiuto i vaccini anti-Covid. Che, se si dimostreranno efficaci anche contro le nuove varianti virali, potrebbero consentire di raggiungere l’auspicata immunità di gregge almeno nelle regioni con sufficiente copertura vaccinale. Il rischio di reintroduzione del virus dai Paesi copertura insufficiente non potrà essere escluso, ma eventuali casi potrebbero essere rapidamente soffocati se la maggior parte delle persone sarà vaccinata.