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Quando finirà la vita sulla Terra secondo la scienza

Così come è nata, la vita sulla Terra è destinata inevitabilmente a finire. Le prime forme di vita a sparire saranno quelle complesse, come l’essere umano, e solo in seguito toccherà anche a quelle semplici. Anche la sorte del pianeta è già segnata, intimamente connessa al ciclo vitale del Sole che è a metà del suo cammino. Ecco cosa dice la scienza su tempistiche e fenomeni coinvolti.
A cura di Andrea Centini
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La scintilla della vita si è accesa miliardi di anni fa sulla Terra, forse innescata dall'impatto di meteoriti o comete in grado di alimentare il brodo primordiale da cui tutto ha avuto inizio. Qualunque processo abbia reso la Terra l'unico pianeta (a noi noto) con una biosfera, ovvero l'insieme di tutti gli esseri viventi, la vita ad ogni modo non è destinata a durare per sempre, ma è condannata a una inevitabile fine, così come è segnata la sorte del globo terracqueo. Ovviamente si tratta di tempi lunghissimi e intimamente connessi ai fenomeni astronomici, che nulla hanno a che vedere con la durata effimera della singola vita umana. Ciò che è certo è che la Terra, in un lontano futuro, non sarà più il paradiso verde e blu che conosciamo oggi, ma molto probabilmente si trasformerà in un mondo alieno, totalmente inospitale per la vita come il pianeta Venere, la cui superficie raggiunge i 464° C a causa di un catastrofico effetto serra. Alcune ricerche suggeriscono che fino a 700 milioni di anni fa Venere potesse essere abitabile come la Terra, trasformandosi in un inferno di fuoco solo in una fase successiva.

La fine della vita

La fine della vita – e dunque dell'umanità -, come indicato è inevitabile. Ma quando accadrà? Se non troveremo un modo per spostarci su un altro pianeta abitabile (al momento non abbiamo le tecnologie per raggiungere i lontanissimi sistemi promettenti), noi e la stragrande maggioranza delle specie viventi complesse saremo destinati a essere spazzati via entro un miliardo di anni, secondo il recente studio “The future lifespan of Earth’s oxygenated atmosphere” pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Nature Geoscience. Il motivo è un crollo dell'ossigeno atmosferico, che ha iniziato ad accumularsi nell'atmosfera terrestre soltanto 2,5 miliardi di anni fa, durante il cosiddetto “Grande Evento di Ossidazione”. La Terra, infatti, non ha sempre avuto le attuali concentrazioni di ossigeno, ma esse sono aumentate sensibilmente con la diffusione negli oceani di microorganismi fotosintetici. I livelli attuali sono destinati a diminuire sostanzialmente – anche di un milione di volte, secondo le stime – a causa dell'invecchiamento del Sole, che diventerà sempre più luminoso e proietterà sulla Terra sempre più energia. Questo processo, come sottolineato su The Conversation dal dottor Matthew Warkel, ricercatore presso la Scuola di Scienze della Terra e dell'Ambiente dell'Università di St Andrews, determinerà l'erosione delle rocce silicatiche come basalto e granito, che avvierà la perdita di enormi concentrazioni di anidride carbonica (CO2). Sebbene questo processo possa apparire vantaggioso nell'ottica dei cambiamenti climatici, in realtà concentrazioni troppo basse di anidride carbonica non permettono la fotosintesi delle piante e di altri microorganismi fotosintetici. “Meno fotosintesi significa meno produzione di ossigeno e gradualmente le concentrazioni di ossigeno nell'atmosfera terrestre diminuiranno, creando una crisi per altre forme di vita futura”, ha affermato il dottor Warkel. Secondo le simulazioni condotte dagli autori dello studio su Nature, sulla Terra ci sarà ossigeno sufficiente per le forme di vita complesse – come l'essere umano – per un altro miliardo di anni al massimo.

In precedenza gli scienziati ritenevano che il primo fenomeno a spazzare via la vita sulla Terra, sempre legato all'aumento della radiazione solare, sarebbe stato l'ebollizione degli oceani, attesa entro due miliardi di anni a causa delle temperature sempre più infernali. Ma come indicato, la deossigenazione si verificherà prima di quest'altra catastrofe, che eliminerà larga parte dei microorganismi sopravvissuti alla prima apocalisse. “L'atmosfera dopo la grande deossigenazione sarà caratterizzata da concentrazioni elevate di metano, bassi livelli di CO2 e assenza dello strato di ozono”, ha dichiarato il coautore dello studio Kazumi Ozaki, pertanto “il sistema Terra resterà probabilmente un mondo di forme di vita anaerobiche”. Ma anche queste, successivamente, saranno destinate a soccombere. Mentre gli oceani ribolliranno e le ultime riserve d'acqua finiranno, l'atmosfera si riempirà di vapore acqueo catalizzando un catastrofico effetto serra, causando un ulteriore aumento delle temperature superficiali e trasformando la Terra in ciò che è oggi Venere.

La “morte” della Terra

La fine della vita non equivale alla fine della Terra, che continuerà comunque a esistere, anche quando l'ultimo essere vivente sarà spazzato via. Il destino del pianeta è intimamente connesso a quello del Sole, una nana gialla che attualmente si trova circa a metà del suo ciclo vitale. Entro cinque miliardi di anni il Sole si trasformerà in una gigante rossa (con l'idrogeno del nucleo completamente convertito in elio); sarà un enorme astro in espansione, il cui diametro si stima arriverà fino all'orbita di Marte, inglobando i pianeti più vicini (Mercurio e Venere) e forse la stessa Terra, sebbene alcune previsioni prevedono un allontanamento del nostro pianeta e non il suo assorbimento. Come sottolineato su Forbes dal dottor Ethan Siegel, astrofisico e divulgatore scientifico, quando diventerà una gigante rossa “il Sole si gonfierà fino a quasi cento volte il suo diametro attuale e diventerà migliaia di volte più luminoso di quanto lo è oggi. La Terra sarà completamente inaridita e allontanata dal Sole nella sua orbita, mentre i mondi interni, Mercurio e Venere, saranno totalmente divorati. Il Sole morirà in seguito, essendo ridotto a una nana bianca, mentre della Terra resterà solo un residuo arrostito, fluttuante nello spazio nella sua orbita attorno a un ‘cadavere' stellare”. Anche se ripulita dalla vita, bollita, carbonizzata e bombardata da potenti raggi cosmici, la Terra continuerà a orbitare attorno a ciò che rimane del Sole, fin quando non si verificheranno altri eventi. Come spiegato da Siegel, la Terra potrebbe essere ‘assorbita' o distrutta da un oggetto sufficiente grande che si troverà a passare nelle vestigia del Sistema solare; oppure potrebbe essere espulsa gravitazionalmente dallo stesso oggetto e proiettata a vagare per l'eternità nell'oscurità dello spazio. Ma potrebbe anche continuare a orbitare attorno alla nana nera (la fine ultima ipotizzata per una stella) derivata dal Sole fino a venirne risucchiata.

La fine della Terra e della vita potrebbero essere scatenate anche da altri fenomeni apocalittici; ad esempio, tra due miliardi di anni si prevede una “collisione” tra la Via Lattea e una galassia nana chiamata Grande Nube di Magellano (LMC). Questo processo potrebbe far collidere la Terra con qualche grande oggetto in grado di distruggerla; farla assorbire da una stella; espellerla gravitazionalmente dal Sistema solare o farla risucchiare dall'ipotetico “risveglio” del buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, Sagittarius A*. Larga parte della vita, d'altro canto, potrebbe essere spazzata via da impatti catastrofici con meteoriti/comete o dal risveglio di supervulcani – tutti eventi collegati a estinzioni di massa del passato -, inoltre non si può escludere nemmeno che la Terra possa in futuro essere investita da un lampo di raggi gamma (GRB) dovuto a una supernova. Si tratta di un fenomeno effimero, della durata di pochi secondi, ma talmente energetico da “cancellare” lo scudo di ozono ed esporre noi e le altre forme di vita a un bombardamento letale di radiazioni solari e cosmiche.

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