Primo uomo al mondo infettato dal virus dell’epatite E da un ratto: quali sono i rischi
Un uomo di 56 anni di Hong Kong è risultato positivo al virus dell'epatite E, in particolare ad un ceppo che per la prima volta si è dimostrato in grado di passare da animali a umani: il paziente ha infatti contratto la malattia da un ratto infetto. La notizia è preoccupante perché potrebbe essere una ‘wake-up call', cioè una chiamata di risveglio, per avvisare della situazione critica alle porte.
L'uomo colpito. Tutto è nato con il paziente di 56 anni che nel maggio 2017 ha ricevuto un trapianto di fegato e che due mesi dopo ha sviluppato alcune anomalie. Dopo una lunga serie di test, i medici hanno finalmente trovato la causa: soffriva di epatite E trasmessa da un ratto. Curato con i farmaci necessario, un potente antivirale per infezioni croniche da epatite E, l'uomo è guarito del tutto.
Un'infestazione di tipo. Gli esperti fanno sapere di aver approfondito il contesto in cui viveva l'uomo per capirne di più e hanno scoperto che si trattava di un appartamento al primo piano molto vicino alla spazzatura dove i ratti banchettavano. Quando al passaggio dell'epatite E da ratto a uomo, i ricercatori ipotizzano che sia stato possibile o attraverso cibo contaminato o un morso.
Preoccupazione ‘pandemia'. Il caso del primo uomo infettato da epatite E da un ratto sta già facendo molto preoccupare poiché per gli esperti, che non si aspettavano questa possibilità, adesso non è possibile fare previsioni di quella che potrebbe rivelarsi una pandemia in futuro. Al momento gli scienziati sono al lavoro per capire come l'epatite E dei ratti possa infettare gli esseri umani.
Epatite E, cos'è. L'epatite E è un virus che provoca un'infezione acuta fulminante che si presenta con quattro diversi genotipi. La trasmissione della malattia avviene per via oro-fecale o per acqua contaminata da feci e il periodo di incubazione va dai 15 ai 64 giorni. I sintomi principali comprendono febbre, perdita di appetito, stanchezza, urine scuse e feci chiare.