Premio milionario per 9 fisici, ma scoppia la polemica
Immaginate di ricevere improvvisamente una telefonata in cui la segreteria di un magnate russo vi annuncia di aver vinto la non modica cifra di 3 milioni di euro. Naturalmente, se siete un fisico illustre e vi si dice che il premio è stato assegnato per gli alti meriti delle vostre ricerche, la cosa potrebbe suonarvi un po’ meno strana. Ma voi conoscete tutti i premi più importanti del vostro settore, e sapete anche che alcuni di questi offrono assegni più congrui di quelli del Nobel, il cui valore al cambio è di appena 1,2 milioni di dollari. Tuttavia, non avete mai sentito parlare di un “Fundamental Physics Prize” e tantomeno eravate a conoscenza che la cifra in ballo fosse talmente alta. Quando poi scoprite che, insieme a voi, sono stati premiati altri 8 vostri colleghi, la cosa comincia a diventare davvero curiosa.
Il miliardario con la passione per la fisica
Non è uno scherzo telefonico, ma quel che è successo qualche giorno fa a nove tra i più importanti fisici viventi. “E’ stata una completa sorpresa”, ha ammesso Edward Witten, tra i padri della teoria delle stringhe, quando ha ricevuto la comunicazione. Il benefattore si chiama Yuri Milner ed è il 46° uomo più ricco del mondo secondo Forbes, probabilmente il più ricco uomo della Russia. Laureatosi in fisica teorica, tentò la strada del dottorato di ricerca con il grande fisico nucleare sovietico e dissidente Andrei Sacharov ma poi si riconvertì come uomo d’affari dopo il collasso dell’URSS, quando il sogno di facili guadagni offerto dal capitalismo americano attirò negli States un gran numero di russi. Dopo alcuni anni alla World Bank, tornò in Russia diventando CEO di importanti fondi di investimento e accumulando enormi fortune, che successivamente investì nel business dell’on-line. Divenuto il n° 1 di Internet in Russia, negli ultimi anni ha investito grosse cifre nei progetti di Facebook e Twitter, e il suo giro d’affari è intorno ai 12 miliardi euro.
Nulla da eccepire, quindi, se Milner ha deciso di destinare una percentuale insignificante (27 milioni di euro) dei suoi introiti alla fisica teorica, il suo primo grande amore. I nomi del resto sono tutti di grandissimo livello: c’è Alan Guth, il padre della teoria dell’inflazione cosmica, e Andrei Linde, tra i principali teorici del multiverso; Ashoke Sen, le cui analisi delle diverse teorie delle stringhe ha spianato la strada alla teoria-M, che conta di unirle tutte in un unico quadro concettuale; Juan Maldacena, che vinse la scommessa con Stephen Hawking sul paradosso dell’informazione nei buchi neri dimostrando che l’evaporazione di questi ultimi non distrugge l’informazione di ciò che vi è caduto dentro; Nathan Seiberg, teorico dei campi quantistici supersimmetrici, e Maxim Kontsevich, ideatore della simmetria speculare omologica; il russo Alexei Kitaev, che lavora ai computer quantistici, e il giovane Nima Arkani-Amed, promettente teorico delle dimensioni extra.
Inflazione di premi e teorie indimostrabili
Ma, vincitori a parte, la comunità scientifica non l’ha presa molto bene. Certo, qualcuno potrebbe pensare che si tratti di semplice invidia. Ma c’è anche dell’altro. Peter Woit, matematico della Columbia University, fa notare che tutti i premiati sono autori di teorie non ancora confermate. E' vero che su alcune questioni come l’inflazione di Guth o il paradosso dell’informazione risolto da Maldacena, c’è un certo accordo tra i fisici sul fatto che si tratti di teorie con buone prove a loro sostegno. Ma negli altri casi, si tratta di mere ipotesi. Non solo: gli studi sulla supersimmetria e sulla teorie delle stringhe, oggi dominanti soprattutto in America, stanno vacillando sotto i colpi di LHC, l’acceleratore di particelle del CERN che al momento non ha ancora trovato alcuna dimostrazione della loro validità. La supersimmetria fa delle affermazioni verificabili, che LHC dovrebbe dimostrare scoprendo alcune particelle supersimmetriche teorizzate dai fisici. Finora non le abbiamo viste. E quanto alla teoria delle stringhe, molti affermano che non potrà mai essere dimostrata.
Altri lamentano la proliferazione di premi nel settore. Nobel a parte, negli ultimi anni se ne sono istituiti diversi, dal Gruber Cosmology Prize (2000) allo Shaw Prize per l’astronomia (2004) fino ai recenti Kavli Prizes per l’astrofisica e le nanoscienze (2008). Alcuni di questi premi sono anche ritenuti tentativi di influenzare il corso delle ricerche, come nel caso del Templeton Prize, che nel corso degli anni è stato assegnato a molti fisici e cosmologi per il loro contributo al dialogo tra scienza e fede. Il rischio di questi riconoscimenti assegnati da fondazioni private è inoltre quello di premiare soprattutto personalità già affermate, consolidando l’establishment. Yuri Milner assicura che nelle prossime edizioni ci saranno miglioramenti: i vincitori saranno scelti dai premiati degli anni precedenti, e due premi da 100mila dollari ciascuno andranno a giovani ricercatori in nuovi settori di studio. Questo dovrebbe porre un freno a ciò che i sociologi della scienza chiamano “l’effetto San Matteo”, per cui gli scienziati già affermati ottengono sempre più visibilità, e i novellini fanno sempre più fatica a emergere.