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Pregliasco: “Contro le varianti non bastano le mascherine di stoffa, indossate le monouso”

Il virologo a Fanpage.it: “Le chirurgiche hanno buone prestazioni, costano poco e per questo si possono cambiare anche più volte al giorno. Il limite delle riutilizzabili è la manipolazione che può diventare addirittura un rischio ulteriore”.
Intervista a Prof. Fabrizio Pregliasco
Virologo, ricercatore dell'Università Università Statale di Milano e Direttore sanitario dell’Ircss Istituto Galeazzi di Milano
A cura di Valeria Aiello
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Con quasi tutta l’Italia tornata in zona gialla, le immagini di gente che si riversa in strada non sono più una novità. Assembramenti che preoccupano gli esperti per il rischio che si perda nuovamente il controllo dell’epidemia, come l’estate scorsa, quando in molti si erano proiettati verso un ritorno alla normalità. Di diverso c’è però la minaccia varianti del coronavirus che, trasmettendosi più facilmente, possono portare a un più rapido peggioramento dei contagi.

Per fronteggiare la loro diffusione, Paesi come la Germania hanno imposto l’uso di FFP2 su autobus, treni e nei supermercati. Negli Stati Uniti, invece, si discute dell’utilità di indossare due mascherine una sopra l’altra, con una chirurgica che funge da filtro e quella di tessuto per migliorare la vestibilità. Ma è davvero così? E qual è il modo migliore per proteggersi dalle varianti più contagiose? Lo abbiamo chiesto al virologo Fabrizio Pregliasco, ricercatore e direttore sanitario dell’Ircss Istituto Galeazzi di Milano, che a Fanpage.it ha fatto il punto sulle strategie più vantaggiose.

Allora professore, ritiene che due mascherine siano meglio di una?

Due mascherine possono dare una maggiore protezione ma credo che sia un po’ esagerato lanciare questi messaggi. C’è addirittura chi dice di indossarne una al rovescio sull’altra, qualcosa che trovo bizzarro.

L’elemento determinante, in questa situazione, è un uso sistematico del buon senso e di attenzione continua, per cui ribadire approcci diversi o più spaventevoli rischia di confondere le persone e di ridurre l’attenzione anche al resto delle procedure, che sono tutto un insieme.

Meglio passare a una mascherina più performante?

Si può anche usare una mascherina più protettiva, ma se poi ci si accalca agli altri e non si fanno cose di buon senso… Più in generale, diventa, tra l’altro, un problema economico. Mi dispiace dirlo ma per una famiglia con due o tre figli, indossare ogni giorno una FFP2, è una cifra. Sono mascherine che possono andare bene in situazioni di particolare rischio, quindi come un’alternativa, ma non necessariamente in sostituzione delle chirurgiche, rischiando tra l’altro di sminuirne l’uso fatto finora.

Il virologo Fabrizio Pregliasco
Il virologo Fabrizio Pregliasco

E le mascherine di stoffa? È vero che non proteggono qualunque sia il virus o variante?

Assolutamente sì, è così. Sono un po’ un rischio. Sono mascherine da considerare solo nel momento in cui non c’è disponibilità delle chirurgiche.

Perché?

A mio avviso, le chirurgiche sono il gold standard: leggere, monouso, costano poco, danno meno fastidio e si sostituiscono facilmente, senza tante manipolazioni o lavaggi che possono compromettere le capacità filtranti. Sono nate per far sì che l’operatore non contamini, dunque non contagi il malato che ha sul tavolo operatorio. Forniscono quindi una protezione maggiore verso l’esterno, mentre verso chi la indossa questa protezione è di circa il 20%. Le FFP2, invece, sono una cosa diversa perché senza valvola hanno un’efficacia nei due sensi.

E le altre?

Ce ne sono di così tanti tipi che non sai davvero più quello che indossi e qual è la loro capacità di protezione. Ci sono, ad esempio, le riutilizzabili che però secondo me sono difficili da gestire nella manutenzione. In una condizione di contaminazione ambientale, la loro manipolazione può rappresentare un rischio ulteriore.

Sono quindi da scegliere le monouso?

Sì, l’obiettivo è quello di indossare mascherine che possiamo cambiare perfino più volte in una giornata di utilizzo intenso.

Altri consigli che possono aiutarci ad evitare le varianti?

Purtroppo non c’è altro. Indossare la mascherina, mantenere il distanziamento interpersonale e lavarsi frequentemente le mani sono le procedure che nell’insieme ci aiutano a proteggerci. La necessità è quella di procedere il più velocemente possibile alla vaccinazione ed estenderla a tutto il mondo, perché è dalla grande circolazione virale che emergono queste varianti.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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