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Covid 19

Pregliasco: “Abbandonare le restrizioni come in UK fa nascere sottovarianti pericolose”

Il virologo a Fanpage.it: “L’emergere della nuova sottovariante di Delta ci ricorda che l’aumento della trasmissione può creare nuove varianti, perché si lascia la libertà al virus di sperimentare variazioni. La maggior parte di queste non è efficace, ma in alcuni casi possono venire fuori varianti più contagiose”.
Intervista a Prof. Fabrizio Pregliasco
Virologo del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano
A cura di Valeria Aiello
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I dati sono ancora preliminari ma la nuova sottovariante di Delta, denominata AY.4.2, è “qualcosa che dobbiamo tenere sotto controllo”. Per ora, ha affermato a Fanpage.it il virologo Fabrizio Pregliasco, non sembra però essere la causa diretta, o meglio, “l’unica causa” dell’aumento dei casi Oltremanica, dove è stata dichiarata variante sotto osservazione (VUI, variant under investigation) dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria.

Nel Regno Unito, la comparsa del ceppo risale allo scorso luglio e, da allora, nel Paese sono stati confermati oltre 15mila casi di Covid-19 legati a questa sottovariante, il 6% dei campioni sequenziati nell’ultima settimana. La nuova sottovariante è stata segnalata anche in Danimarca, Germania, Russia, Israele, Stati Uniti e in Italia, dove sono stati sequenziati 86 casi.

Quanto dobbiamo preoccuparci?

È certamente qualcosa che dobbiamo tenere sotto controllo. Per ora i dati sono ancora preliminari, ma questa sottovariante sembra essere il 10-15% più trasmissibile di Delta, per cui ha un elemento di contagiosità in più. In Inghilterra, non si è però diffusa con la velocità esplosiva che abbiamo visto con Delta. Può aver contribuito all’aumento dei casi, ma non è l’unica causa dell’incremento registrato nel Regno Unito.

Centra invece il totale abbandono delle restrizioni?

Certamente, più si lascia libertà al virus di circolare, più gli si dà la possibilità di sperimentare variazioni. E l’emergere di questa sottovariante in Gran Bretagna ci dice che l’aumento della trasmissione può creare nuove varianti. Questo virus, rispetto altri, e similmente ai virus dell’influenza, ha meccanismi di controllo meno efficaci, che gli permettono di sperimentare queste variazioni. La maggior parte non emerge perché non è efficace, ma in alcuni casi possono venire fuori varianti maggiormente trasmissibili, come Alfa, Gamma, Delta, o sottovarianti di ceppi già in circolazione, come AY.4.2. Possiamo considerare queste varianti come una deriva naturale del virus, e il fatto di poterle rilevare e monitorare può ad esempio servirci per aggiornare la composizione dei vaccini, in caso dovesse esserci la necessità di dosi suppletive e quant’altro.

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Cosa sta accadendo in Gran Bretagna?

Quello che vediamo è che, con le misure revocate dalla scorsa estate, le aperture, l’aumento del numero dei contatti, facilitati dalle condizioni climatiche, si è arrivati a un nuovo rialzo dei contagi. È anche vero che gli inglesi sono stati i primi in Europa a vaccinarsi, prevalentemente nelle fasi iniziali in cui sono stati molto veloci. Poi però si sono lasciati andare, e attualmente hanno una copertura vaccinale complessiva che è più bassa dell’Italia. Dobbiamo anche considerare che stanno già affrontando un periodo un po’ più freddo, quindi con più contatti al chiuso, in luoghi non ben ventilati, che facilitano la diffusione del virus.

È lo scenario che si prospetta anche in Italia?

Per noi, ora si concentra il classico della stagione invernale, sbalzi termici, permanenza al chiuso, riapertura delle attività lavorative in presenza nel pubblico e nel privato, le scuole in presenza… Tutto questo facilità la diffusione del virus, per cui possiamo immaginare un colpo di coda nei contagi. Anche in altri Paesi europei, come in Germania, si sta registrando un aumento dei casi.

Ci sono delle misure che non stiamo adottando?

Credo che oltre la vaccinazione, dovremmo mantenere ancora quel galateo sistematico di misure e azioni di contenimento e riduzione di quelle che sono le occasioni di contatto. Non esiste un manuale su come affrontare la pandemia, possono esserci approcci “temerari” e scelte politiche come quelle dell’Inghilterra, oppure di mantenimento di una situazione di maggior controllo, con l’uso delle mascherine al chiuso e le altre misure che ben conosciamo.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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