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Più zanzare e meno orsi polari, ecco come sta cambiando il Pianeta

Il WWF si prepara per il COP21 di Parigi pubblicando il dossier “Biodiversità e cambiamenti climatici” che mostra come l’inquinamento stia uccidendo alcune specie animali, come gli orsi polari, e provocando la proliferazione di altre, come le zanzare, portatrici di malattie.
A cura di Zeina Ayache
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Orso polare
Orso polare

Non c'è tregua per il nostro Pianeta. Come dimostra il dossier “Biodiversità e cambiamenti climatici” realizzato dal WWF in vista del COP21 di Parigi, la situazione di generale difficoltà che piante e animali stanno vivendo, provocata dal riscaldamento di globale di cui siamo responsabili, non preannuncia nulla di buono per il futuro prossimo a cui stiamo andando incontro. L'innalzamento delle temperature ha portato, ad esempio, i pascoli d'alta quota a non avere il foraggio adatto alla nutrizione e quindi alla sopravvivenza, ci basti pensare che, se negli anni '80 la percentuale di capretti che superava lo svezzamento era del 50%, oggi è solo del 25%, che si traduce in 7-8 esemplari morti ogni 10.

Per una specie che diminuisce, ce ne sono altre però che continuano, purtroppo, a crescere mettendoci in pericolo. Il WWF fa sapere infatti che la Terra è ormai invasa da zanzare portatrici di varie patologie, come la dengue, la febbre gialla e la malaria, ma anche da parassiti, come il punteruolo rosso che uccide le palme italiane, e da meduse, ormai onnipresenti nel Mediterraneo.

A tutto ciò dobbiamo aggiungere la costante riduzione dei ghiacciai che minaccia le specie alpine, come il leopardo delle nevi in Tibet, il pinguino Adelia in Antartide o l'Orso polare in Artico.

Anche gli animali dei nostri mari non sono messi bene. Tra questi le balene beluga, a causa dell'aumento delle temperature dell'Oceano Artico, si ritrovano con un numero maggiore di orche, loro principali predatrici. E ancora le barriere coralline che rischiano di scomparire entro il 2050 in seguito all'acidificazione degli oceani aumentata del 26%.

Per concludere, spiegano i responsabili del WWF, non possiamo dimenticarci del rischio di compromettere i cicli naturali, come fioriture e migrazioni.

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