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Pico della Mirandola avvelenato da arsenico, risolto cold case di 500 anni sulla sua morte

A più di 500 anni di distanza, gli scienziati italiani sono riusciti a risolvere l’affascinante cold case sulla morte dell’umanista e filosofo Pico della Mirandola: l’uomo non è morto di sifilide, ma da avvelenamento da arsenico. Vediamo insieme come sono arrivati a questa risoluzione e cos’altro hanno scoperto.
A cura di Zeina Ayache
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L'umanista e filosofo Pico della Mirandola non è morto di sifilide, ma avvelenato da arsenico, dopo oltre 500 anni i ricercatori italiani hanno risolto il mistero della sua morte. I risultati di questa scoperta sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Forensic and Legal Medicine, e ha visto la collaborazione delle università di Pisa, Bologna, del Salento, di Valencia (Spagna), di York (Gran Bretagna), dal Max Planck Institute (Germania) nonché dagli esperti del RIS di Parma. Ma come ci sono riusciti?

Cold case risolto più di 500 anni dopo. Era il 17 novembre 1494 quando a Firenze, all'età di 32 anni, è stato trovato morto Pico della Mirandola. Sin da subito le circostanze della sua morte sono risultate misteriose e si pensava che la causa potesse essere la sifilide. Analizzando però i suoi resti conservati in un chiostro vicino alla basilica fiorentina di San Marco, gli scienziati hanno scoperto che il decesso fu provocato da un avvelenamento da arsenico.

Avvelenamento da arsenico. Come spiega lo stesso Fulvio Bartoli del dipartimento di Biologia dell'Ateneo pisano, “Gli esami eseguiti hanno dimostrato che nei resti di Pico erano presenti segni riconducibili ad intossicazione da arsenico e che i livelli del veleno erano potenzialmente letali, compatibili con la morte per avvelenamento acuto del filosofo.

Omicidio? Purtroppo gli esperti non possono sapere se sia sia trattato di avvelenamento intenzionale o no, poiché è troppo difficile da dimostrare, per quanto questa ipotesi sia sostenuta da varie fonti documentarie e storiche.

Come hanno scoperto l'arsenico. Ossa, unghie, tessuti molli mummificati e vestiti di Pico della Mirandola, così come il legno della cassa, sono stati sottoposti ad una serie di analisi di carattere biologico e chimico-fisico che hanno permesso sia di confermare l’identificazione dei resti sia per rilevare la presenza delle tracce di arsenico. Per riuscire a risolvere il giallo, i ricercatori hanno utilizzato un approccio multidisciplinare che ha messo insieme analisi antropologiche e documentali, datazione al radiocarbonio e ad analisi del DNA antico insieme a sofisticate tecniche di microscopia ottica ed elettronica.

Angelo Poliziano. I test dei ricercatori hanno portato anche ad analizzare le spoglie di Angelo Poliziano, altro umanista morto prematuramente sempre nel 1494. Nel suo caso però non sono state trovate tracce di avvelenamento da arsenico, anche se la sostanza era presente, ma in livelli attribuibili ad un esposizione cronica dovuta da fattori ambientali o trattamenti medici.

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