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Pericolosi organismi marini “alieni” spiaggiati nel Regno Unito: possono uccidere un uomo col veleno

Lungo le coste occidentali del Regno Unito si stanno spiaggiando numerosi esemplari di caravella portoghese, una specie “aliena” nota per il suo veleno letale.
A cura di Andrea Centini
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Una caravella portoghese fotografata alle Azzorre. Credit: Andrea Centini
Una caravella portoghese fotografata alle Azzorre. Credit: Andrea Centini

Dopo giorni di maltempo e una forte mareggiata, lungo le coste occidentali del Regno Unito si sono spiaggiati numerosi esemplari di caravella portoghese (Physalia physalis), una creatura marina oceanica dall'aspetto vagamente simile a quello di una medusa. Si tratta in realtà di un sifonoforo, un insieme di quattro organismi diversi (chiamati zooidi) che vivono in simbiosi e dipendono l'uno dall'altro per la sopravvivenza. La caravella portoghese è conosciuta in tutto il mondo per il suo veleno estremamente potente; le punture, infatti, oltre a essere dolorosissime, possono paralizzare gli arti, lasciare segni simili a ustioni e uccidere un uomo per shock anafilattico.

Gli spiaggiamenti rilevati lungo la costa di St. Anne Beach (vicino a Blackpool), di Ainsdale Beach nel Merseyside e in altre regioni britanniche hanno avuto ampia eco mediatica sulla stampa d'Oltremanica, poiché la caravella portoghese non è una specie che vive normalmente nelle acque di "sua maestà", pertanto viene definita aliena. La si trova nel cuore dell'Oceano Atlantico, dell'Oceano Indiano e del Pacifico, in particolar modo nelle fasce tropicali e subtropicali, tuttavia la si può incontrare facilmente anche a latitudini più elevate, come ad esempio innanzi alle coste dell'arcipelago delle Azzorre. La caravella portoghese giunge occasionalmente attraverso lo Stretto di Gibilterra anche nel Mar Mediterraneo occidentale, dove gli avvistamenti si stanno facendo sempre più frequenti.

Nel 2010 una caravella portoghese uccise una donna di 69 anni mentre faceva il bagno a Villaputzu, in Sardegna. Si trattò probabilmente del primo caso letale registrato nel Mediterraneo a causa di questo organismo "alieno". “È un sifonoforo che galleggia, con un'enorme vescica d'aria. Il corpo dell'animale non è molto grande ma i tentacoli possono essere lunghi anche 20 metri. Punge in un solo punto con un lungo tentacolo. Se la medusa è robusta, e se la puntura si verifica mentre l'animale sta pescando, i sintomi, in chi ne è vittima, sono molto forti, simili a quelli di una fortissima scarica elettrica, e il segno che rimane è come quello di un ferro rovente appoggiato sulla pelle”, dichiarò all'ANSA all'epoca dell'incidente mortale il professor Ferdinando Boero, docente di Zoologia e Antropologia presso l'Università di Napoli Federico II e all'epoca a capo del progetto “Occhio alla medusa”.

Uno degli esemplari recentemente spiaggiati in Gran Bretagna è stato avvistato dal residente di Ainsdale Beach Karl Lee, che ha raccontato la sua esperienza al Liverpool Echo: “Era molto strano. All'inizio ho pensato che fosse un palloncino, fino a quando non ho dato un'occhiata più da vicino e l'ho identificato usando un'app e ho capito cosa fosse e quanto fossero pericolosi. Ho scoperto che si stavano spiaggiando lungo la costa dalla Cornovaglia alla Cumbria”. L'uomo aveva notato lo pneumatoforo, ovvero la sacca d'aria cui faceva riferimento il professor Boero. Di colore violaceo e rosato, questa componente che si trova oltre la superficie dell'acqua permette al sifonoforo di essere trasportato dai venti e dalle correnti marine. La caravella portoghese non nuota attivamente, ma si comporta come un organismo planctonico, pertanto in caso condizioni meteo avverse può essere trasportata anche molto lontana dall'area in cui vive normalmente, come avvenuto recentemente nel Regno Unito. Poiché i lunghissimi tentacoli – in alcuni esemplari arrivano a 30-50 metri – sono molto pericolosi anche quando gli animali sono morti, diffondere la notizia della presenza di queste carcasse sulle spiagge può prevenire che qualcuno si faccia molto male toccandole.

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