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Perché scoprire che i robot hanno paura aiuterà gli esseri umani

Anche i robot, come gli esseri umani, soffrono lo stress e hanno paura: così diventano più intelligenti. Come questa scoperta può aiutarci.
A cura di Zeina Ayache
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I robot messi sotto stress hanno paura e questa condizione permette loro di diventare più intelligenti: le emozioni infatti ‘fanno lavorare' il nostro cervello. La scoperta arriva da un team di psicologi del NAC della Federico II di Napoli che su PLOS ONE ha pubblicato lo studio intitolato “Basic emotions and adaptation. A computational and evolutionary model” attraverso il quale viene spiegato come le emozioni più profonde riescano a stimolare il noi la capacità di scelta: la paura, ad esempio, segnala una situazione di pericolo e ci ‘addestra' alle condizioni di emergenza.

I robot ‘stressati'. I ricercatori del Natural and Artificial Cognition(Nac) Laboratory del Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II di Napoli e del Centre for Robotics and Neural Systems (Crns) dell’Università di Plymouth (UK) hanno sviluppato un modello neurale computazionale che mostra le diverse strategie di rischio che i robot mettono in campo. Partendo dall'essere umano, per cui la gestione del rischio e della paura porta all'apprendimento attraverso l'evoluzione, gli esperti hanno sviluppato un sistema di intelligenza artificiale inserito in contesti simili a quelli di un animale che rischia di incontrare il suo predatore e hanno osservato le reazioni dei robot.

Le reazioni dei robot. I test effettuati hanno portato alla consapevolezza che i robot, in situazioni di stress, si ‘adattano' e diventano più intelligenti: questo significa che un domani le intelligenze artificali potrebbero aiutarci a prendere scelte della vita quotidiana sulle quali siamo incerti (attraversare la strada, cosa acquistare, scegliere un percorso).

Risvolti futuri. E non è tutto. A quanto pare, quanto scoperto potrà permettere ai ricercatori di “isolare i circuiti emotivi dalle altre funzioni cognitive” e “potrà dare informazioni importanti e chiare su quali aree del cervello sono implicate nella genesi della paura, e potrà quindi guidare i ricercatori nei prossimi studi da applicare all'uomo”.

Addio paura. Questo ovviamente non ha l'obiettivo di toglierci la paura, che è fondamentale per la nostra sopravvivenza, ma di comprenderla meglio così da intervenire, ad esempio, sui soggetti che abbiano sviluppato comportamenti come ansia in seguito ad eventi traumatici. “Le emozioni sono fortemente connesse alla memoria, alle decisioni, alla motivazione, alla sopravvivenza. Se vogliamo che i nostri cervelli artificiali diventino sempre più umani, integrare i circuiti delle emozioni diventa non solo fondamentale ma imprescindibile”.

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