Perché quest’anno è importante fare anche il vaccino antinfluenzale
La pandemia di Covid-19 continua ad avere effetti insoliti e inaspettati su una serie di malattie respiratorie, come il raffreddore e l’influenza stagionale. I dati indicano che per quasi tutto il 2020-21 l’influenza è praticamente sparita a livello globale. Gli Stati Uniti hanno registrato solo 646 decessi per influenza stagionale nel periodo 2020-21, a fronte di una media annuale di decine di migliaia di vittime, e un solo decesso per influenza in età pediatrica. Allo stesso modo, in Australia non è stato finora segnalato alcun decesso per influenza rispetto ai 100-1.200 morti degli anni precedenti.
Secondo gli esperti, alcune misure di risposta alla pandemia sembrano aver soppresso alcune infezioni, comprese quelle che causano polmonite e meningite e sono associate alla sepsi. Per l’influenza stagionale, questo declino è proseguito nonostante diversi livelli di allentamento degli interventi sociali, come indicato in una pubblicazione su Nature, in cui gli autori concordano sul fatto che i virus influenzali torneranno a circolare, forse in maniera più feroce, con la ripresa dei viaggi internazionali.
“Questo la dice lunga sulla loro importanza nell’importare l’influenza in un determinato Paese e su quanto siano decisivi questi eventi di seeding” ha affermato Richard Webb del St. Judde Childreen’s Research Hospital di Memphis, nel Tennessee. I virus dell’influenza ha continuato a circolare a bassi livelli nei tropici e quindi probabilmente – osservano i ricercatori – è da lì che ripartiranno a circolare una volta riaperti i confini.
Altri virus si sono però comportati in modo differente. I rinovirus, che sono una delle principali cause del comune raffreddore, hanno continuato a diffondersi durante la pandemia. In alcuni Paesi, le infezioni sono addirittura aumentate, forse perché questi virus non sono così sensibili come molti altri a misure sanitarie, o forse perché hanno affrontato poca concorrenza da altri virus respiratori. Alcuni tipici virus invernali, si sono ripresi fuori stagione, con un aumento dei casi di infezione legate a comuni coronavirus umani (un altro responsabile del raffreddore) e a virus parainfluenzali, iniziando a salire a livelli pre-pandemia nella primavera del 2021 negli Usa, un periodo insolito per i raffreddori. Anche le infezioni da virus respiratorio sinciziale (RSV), che di solito provoca lievi sintomi del raffreddore, ma è anche responsabile di circa il 5% dei decessi nei bambini sotto i 5 anni in tutto il mondo, sono iniziate a salire più tardi del solito, nell’aprile 2021, ed erano ancora in aumento alla fine di agosto 2021.
Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti, questi rimbalzi potrebbero essere correlati alla apertura delle scuole, insieme a parte di neonati suscettibili e non ancora esposti ai virus, in assenza di vaccinazione (vaccini contro i RSV sono in fase di sviluppo). Picchi di RSV fuori stagione sono stati osservati anche altrove, in Paesi tra cui il Sudafrica, il Giappone, l’Australia e i Paesi Bassi. Nell’Australia occidentale, i casi di RSV nel dicembre 2020 sono stati 2,5 volte maggiori rispetto al picco del luglio 2019.
Tra l’altro, in tutto il mondo, ci sono segni di circolazione dei virus influenzali H3N2, H1N1 e influenza B e “sarebbe preoccupante vedere effetti di rimbalzo causati da un accumulo di persone immunologicamente mai esposte all’influenza stagionale” avvertono i ricercatori. “Un'ondata di infezioni da influenza B nell'inverno 2019-20 – ha osservato Amber Winn, epidemiologa della Divisione di malattie virali del CDC ad Atlanta, in Georgia – ha contribuito a un numero record di decessi per influenza pediatrica in quella stagione. Ecco perché fare il vaccino antinfluenzale in questa stagione può essere particolarmente importante”.