Perché picchiare il pupazzo per far mangiare il tuo figlio è una violenza psicologica grave
Ci sono genitori che trovano divertente inscenare una violenza su un pupazzo che ‘si rifiuta di mangiare’ per mostrare al figlio i rischi che corre a comportarsi come l’animale di pezza, di fatto ottenendo che il bambino mangi. Questa è l’ultima trovata virale che ad alcuni appare divertente, ma è davvero così? Ci rendiamo davvero conto del tipo di abuso psicologico che stiamo mettendo in atto? A quanto pare no. Eppure queste ‘tecnica educativa’ si basa su un principio chiamato ‘punizione positiva’ che si contrappone alla ‘punizione negativa’ e che sono legati, in questo caso, al modeling: vediamo le differenze per capire perché insegnare la violenza non faccia affatto ridere (per quanto sia assurdo doverlo sottolineare) e sia del tutto diseducativo.
Punizione. Quando parlo di ‘punizione’ mi riferisco all'azione, una punizione, che metto in atto per far sì che un determinato comportando non venga ripetuto.
Positiva e negativa. Per differenziare tra positivo e negativo dobbiamo chiamare in causa la matematica. Con positivo intendiamo l'aggiunta di qualcosa, con negativo la sottrazione. Una punizione è ‘positiva' quando, ad esempio, minaccio mio figlio di violenza o quando lo picchio. Una punizione è ‘negativa' quando invece tolgo qualcosa che potrebbe essere un piacere, ad esempio vieto a mio figlio di guardare la televisione.
A questo punto entra in scena il modeling. Un altro metodo di apprendimento utilizzato è quello del modeling che consiste nello stimolare ad imparare attraverso l’osservazione di un altro soggetto che mette in atto un comportamento.
I video virali, punizione positiva e modeling. Nel caso in questione di questi video virali, i bambini osservano ciò che accade al loro pupazzo se non mangia e capiscono come gli conviene comportarsi, modeling: in pratica imparano che rifiutando il cibo vanno incontro a violenza fisica, punizione positiva, da parte dei loro stessi genitori. Basta osservare lo sguardo dei piccoli per capire lo shock di fronte alla scena che sono costretti a vedere.
Approccio diverso, stesso risultato. Se la punizione positiva porta il genitore a raggiungere il suo obiettivo (far mangiare il bambino), ciò che dobbiamo valutare sono le conseguenze sulla psiche del figlio: cosa può imparare un bambino che mangia per paura di essere picchiato dai genitori? Che visione può avere in futuro del cibo e della relazione con i suoi genitori? Potrebbe rifiutare ancora di più il cibo? Puntare sulla violenza fisica non è una strategia vincente ai fini evolutivi ed educativi, in quanto il bambino apprende che attraverso questa può ottenere qualcosa. Per i genitori che volessero fare uno step educativo in più, concentrandosi in maniera costruttiva sulla relazione con il figlio, si potrebbe approcciare lo stesso problema diversamente: ad esempio, facendo finta che il pupazzo a cui viene dato da mangiare sia molto contento e appagato per il cibo offerto. Così facendo il bambino è invogliato a ‘copiare’ il suo pupazzo.