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Perché le dosi dei vaccini per neonati e bambini sono diverse da quelle per giovani ed adulti

Il sistema immunitario, che ci difende dagli agenti estranei all’organismo che possono causare infezioni, si sviluppa nel corso della vita, maturando in diverse fasi. Questo processo è uno dei motivi per cui il dosaggio di molti vaccini è diverso per alcune fasce di età.
A cura di Valeria Aiello
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Come avviene per molti farmaci, anche i vaccini possono richiedere un dosaggio diverso a seconda che vengano somministrati ai bambini piuttosto che agli adulti. Per alcuni sieri, ad esempio, possono variare il numero di dosi, le quantità di ciascuna dose o i tempi di immunizzazione in funzione dell’età, in quanto con la crescita e l’invecchiamento il nostro sistema immunitario cambia, maturando in diverse fasi.

Questa maturazione immunitaria, come spiegato dall’immunologo Brian Peppers a The Conversation, inizia poco dopo la nascita e, a seconda della sua evoluzione, il sistema immunitario può essere più o meno reattivo, rendendo necessaria una diversa posologia. “Quando nasciamo – precisa Peppers – la nostra principale protezione immunitaria è dovuta agli anticorpi che nostra madre ha condiviso con noi attraverso la placenta e il latte materno. Questi anticorpi forniscono quella che viene chiamata immunità passiva nei neonati, mentre il sistema immunitario adattativo (la parte del sistema immunitario che produrrà gli anticorpi – non è ancora veramente attiva e funzionante. Il processo di maturazione inizia subito dopo la nascita, ma possono volerci anni prima che il sistema immunitario raggiunga la piena maturità”.

D’altra parte, evidenzia l’esperto, quando nasciamo abbiamo anche quello che viene chiamato sistema immunitario innato. “Questo non ha bisogno di imparare a combattere le infezioni come fa il sistema immunitario adattativo. Senza sistema immunitario innato, ci ammaleremmo molto più velocemente e più spesso. Quindi il sistema immunitario innato è il primo soccorritore del nostro organismo. Ci fa guadagnare un po’ di tempo, fino a quando il nostro sistema adattativo non entrerà in gioco, unendosi alla lotta”.

Pertanto, quando i ricercatori lavorano per mettere a punto il dosaggio di un vaccino per diversi gruppi di età, valutano in quale fase di sviluppo si trova il sistema immunitario della persona cui è destinato, ottimizzando la quantità di siero affinché la dose fornisca la migliore protezione con il minor numero di effetti collaterali.

Alcuni vaccini, come quelli contro il Covid-19, sono infatti stati testati in dosaggi diversi per adulti, adolescenti, bambini e neonati, generalmente a partire da persone di età compresa tra i 18 e 55 anni, in quanto il loro sistema immunitario è adulto e maturato, permettendo di prevedere cosa potrebbe accadere quando la stessa formulazione viene somministrata nelle fasce di età più giovani.

Per il vaccino Pfizer COVID-19, i ricercatori hanno scoperto che i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni avevano una risposta immunitaria e di sicurezza simile a quella dei ragazzi dai 12 anni in su con un terzo della dose – ha aggiunto Peppers – . La modifica del dosaggio per i diversi gruppi di età aiuta a garantire che ogni persona ottenga proprio ciò che è necessario affinché il vaccino possa portare a termine il proprio lavoro”.

Intorno ai 55 anni circa, il sistema immunitario adattativo inizia a diventare di nuovo più debole e, per certi versi, più simile al sistema in via di sviluppo del bambino. Fortunatamente i richiami possono rafforzare la risposta immunitaria negli anziani, rinnovando la protezione

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