Perché i vaccini Covid potrebbero non bastare a fermare i contagi
È improbabile che la sola vaccinazione anti-Covid sarà sufficiente a prevenire la diffusione del coronavirus. Questo l’avvertimento che arriva dal Regno Unito, dove un team di ricercatori dell’Università di Warwick, a Coventry, ha utilizzato i dati epidemiologici congiuntamente alle stime di efficacia dei sieri approvati per prevedere le possibili dinamiche della pandemia sulla base del programma di immunizzazione con due dosi a distanza di 12 settimane di distanza – la strategia adottata in Gran Bretagna sia per il siero di Pfizer/BioNtech sia per quello sviluppato dall’Università di Oxford e prodotto da Astrazeneca.
La sola vaccinazione può non bastare
Per l’analisi dei dati, gli studiosi hanno utilizzato un modello matematico strutturato per età e aree del Regno Unito, ipotizzando tre scenari di copertura vaccinale: il primo, il più ottimistico, con il 95% di vaccinati nella fascia di età pari o superiore a 80 anni, il 90% nella fascia di età compresa tra 50 e 79 anni e l’85% in quella compresa tra i 18 e 49 anni; un secondo scenario intermedio (copertura del 95%, 85% e 75% rispettivamente) e un terzo più pessimistico (90%, 80% e 70% rispettivamente). Quanto invece alla protezione dalle forme sintomatiche di Covid-19, gli studiosi hanno assunto un’efficacia dell’88% sulla base dei dati degli studi di fase 3 dei due vaccini – l’analisi è stata effettuata prima che i dati della cosiddetta real world evidence, cioè l’evidenza basata sull’esperienza sul campo proveniente dagli studi sull’introduzione della vaccinazione. Dal momento che la protezione dall’infezione conferita dai vaccini è ancora incerta, gli studiosi hanno inoltre effettuato i loro calcoli sulla base di quattro diverse stime (0%, ovvero nessuna protezione dall’infezione, 35%, 60% e 85%).
La valutazione dei diversi scenari, i cui dettagli sono stati pubblicati in uno studio su The Lancet Infectious Disease, ha indicato che sebbene la vaccinazione possa ridurre sostanzialmente l’indice di trasmissione (R, e noto anche come Rt) la sola immunizzazione non è sufficiente a portare R al di sotto di 1 in assenza di altre misure di controllo della pandemia, come l’uso della mascherina, il distanziamento interpersonale e blocco degli spostamenti. Anche nello scenario più ottimistico, con una presunta protezione dell’85% dalle infezioni, il valore di R è di 1,58 in assenza di restrizioni.
Pertanto, la sola vaccinazione non permette di fermare la diffusione del virus, lasciando prevedere che la rimozione di tutte le restrizioni dopo il completamento della campagna vaccinale porterà a una nuova ondata di infezioni. “La portata delle ondate future e il numero dei decessi sono influenzati da quanto precocemente e con quali scadenze vengono allentate le restrizioni, dal livello di protezione del vaccino contro le infezioni e da quante persone vengono vaccinate” indicano gli studiosi. Anche piccoli allentamenti, se seguiti da brusche rimozioni, potrebbero portare a nuove grandi ondate di infezione. “Un allentamento parziale a febbraio 2021 – calcolano i ricercatori – avrebbe portato a 130.100 decessi entro gennaio 2024, mentre un allentamento parziale nell’aprile 2021 ridurrebbe l’impatto a 61.400 decessi, incluse le 49.300 morti che si sono già verificate quest’anno”.
Le possibili dinamiche della pandemia
Se tutte le restrizioni venissero invece rimosse nel gennaio 2022 – ovvero dopo la completa introduzione del vaccino – gli studiosi stimano 21.400 morti per Covid-19 nel caso il vaccino prevenga l’85% delle infezioni nello scenario intermedio di copertura vaccinale. La mortalità aumenterebbe sensibilmente (96.700 decessi) nell’ipotesi in cui il vaccino prevenga solo il 60% delle infezioni. “L’unico contesto il cui il numero di casi rimane basso, è quello in cui tutte le misure vengono rimosse nel gennaio 2022, nello scenario più ottimistico di copertura vaccinale (95%, 90% e 85% rispettivamente negli over 80, tra i 50 e 79 anni e tra i 18 e 49 anni) e un vaccino che offre una protezione dell’85% dalle infezioni, riducendo i decessi a circa 1.300”.
D’altra parte, un allentamento graduale potrebbe ridurre le future ondate di infezione. Ad esempio, i ricercatori hanno calcolato che un ammorbidimento progressivo delle misure nel febbraio 2021 avrebbe potuto portare a un picco di 1.670 morti al giorno, mentre una riduzione graduale dopo cinque o dieci mesi a ondate epidemiche determinerebbe un picco di 430 e 46 morti al giorno, rispettivamente.
“I nostri modelli suggeriscono che è improbabile che l’implementazione della vaccinazione nei soli adulti fermerà completamente la diffusione dei casi di Covid-19 nel Regno Unito – ha affermato il professor Matt Keeling dell’Università di Warwick e autore corrispondente dello studio – . Abbiamo anche scoperto che la rimozione anticipata e improvvisa delle restrizioni porterà a grandi ondate di infezione, mentre il graduale allentamento, per un periodo di più mesi, potrebbe ridurre il picco delle ondate future. L’enorme successo del programma di vaccinazione del Regno Unito fino ad ora, insieme alla tabella di marcia graduale del Governo per allenare le restrizioni sono motivo di ottimismo. Alcune misure, come test, tracciamento e isolamento dei contatti, unite a una buona igiene delle mani, all’uso di mascherine in ambienti ad alto rischio e il tracciamento di eventi di super diffusione, potrebbero essere ancora necessarie per un po’ di tempo”.
La vaccinazione può comunque offrire una potenziale via di uscita dalla pandemia, sebbene – fanno notare gli autori dello studio – il loro modello non tenga conto dell’emergere di nuove varianti, alle quali il vaccino potrebbe offrire meno protezione, né degli effetti del declino dell’immunità, che potrebbero richiedere la somministrazione di una dose aggiuntiva.