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Perché chi soffre malattie cardiache dovrebbe fare il vaccino antinfluenzale

Contrarre l’influenza stagionale può aumentare notevolmente il rischio di un evento cardiaco grave o addirittura fatale nei soggetti cardiopatici. La vaccinazione antinfluenzale è invece associata a un minor rischio di eventi cardiovascolari e riduce dell’82% la probabilità la probabilità di ricovero in terapia intensiva.
A cura di Valeria Aiello
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Perché chi soffre di malattie cardiache dovrebbe fare il vaccino antinfluenzale? E perché contrarre l’influenza stagionale può aumentare il rischio di un evento cardiaco grave o addirittura fatale per chi soffre di queste patologie? La risposta a queste domande arriva da un nuovo studio pubblicato sul Journal of American Heart Association da un team i ricerca dello Houston Methodist Hospital che descritto i disordini associati all’influenza stagionale nei pazienti con malattie cardiovascolari.

L’influenza stagionale, come noto, può portare a sintomi respiratori significativi come polmonite, bronchite e infezioni batteriche a carico dei polmoni, che nei soggetti cardiopatici possono notevolmente peggiorare i sintomi dell’insufficienza cardiaca o l’aritmia cardiaca. In altre parole, indicano gli studiosi, lo stress aggiuntivo dell’infezione sul sistema cardiovascolare può causare danneggiare il muscolo cardiaco già indebolito. L’aumento dell’attività infiammatoria del corpo all’infezione può inoltre portare alla formazione di coaguli di sangue, a pressione sanguigna elevata e persino ad infiammazione o cicatrici all’interno del cuore, aumentando il rischio di infarti e ictus che spesso si verificano settimane dopo l’insorgenza dell’influenza. Secondo i dati dei ricercatori, circa l’11% dei pazienti con malattie cardiovascolari ha riportato un evento cardiaco acuto dopo aver contratto l’influenza e l’7% è deceduto a causa dell’evento.

Nonostante l’aumento del rischio di eventi cardiovascolari, negli Stati Uniti i tassi di vaccinazione antinfluenzale sono inferiori al 50% negli soggetti cardiopatici con meno di 65 anni rispetto all’80% degli anziani con malattie cardiache. “Sembra che i giovani americani con condizioni ad alto rischio non abbiano ricevuto lo stesso promemoria che le loro controparti più anziane hanno ricevuto sull’importanza della vaccinazione antinfluenzale –  ha affermato la dottoressa Priyanka Bhugra, specialista di medicina interna presso Houston Methodist e autrice principale dell’articolo su JAHA – . Questo è pericoloso, considerando che le persone con problemi cardiaci sono particolarmente vulnerabili alle complicazioni cardiache legate all’influenza, indipendentemente dal fatto che abbiano raggiunto l'età pensionabile o meno”.

Recentemente, alcuni studi sono stati in grado di dimostrare che non solo la vaccinazione antinfluenzale è efficace nel proteggere la popolazione generale e le fasce di età più vulnerabili (oltre i 65 anni e sotto i 2) dai casi di influenza, ma che è anche protettiva contro la mortalità cardiovascolare, soprattutto nella popolazione ad alto rischio. In particolare, gli adulti vaccinati hanno il 37% di probabilità in meno di ricovero in ospedale per l’influenza e l’82% di probabilità in meno di richiedere cure in terapia intensiva. Tra le persone ricoverate in ospedale con l’influenza, quelle vaccinate avevano il 59% in meno di probabilità di essere ricoverate in terapia intensiva.

La vaccinazione, evidenziano i ricercatori, è stata associata a un minor rischio di eventi cardiovascolari (2,9% vs 4,7%) se il paziente ha contratto l’influenza. Tra i pazienti a più alto rischio con malattia coronarica acuta, la vaccinazione è stata associata a risultati considerevolmente migliori, con eventi cardiovascolari che si sono verificati meno frequentemente nei vaccinati rispetto al gruppo di controllo (9,5% vs 19%).

Pertanto, come risultato dei benefici dimostrati conferiti dalla vaccinazione antinfluenzale e dei rischi posti dall'infezione influenzale tra quelli con malattie cardiovascolari, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti e altre società internazionali raccomandano fortemente la vaccinazione antinfluenzale annuale nei pazienti con malattie cardiovascolari. “I medici – osservano gli autori dello studio in una dichiarazione – dovrebbero garantire alti tassi di vaccinazione antinfluenzale, specialmente in quelli con condizioni croniche sottostanti, per proteggere dagli eventi cardiovascolari acuti associati all’influenza.Sfortunatamente, molti cardiopatici visitano il loro cardiologo più frequentemente rispetto ai loro fornitori di cure primarie e le pratiche cardiologiche in genere non forniscono vaccinazioni antinfluenzali, sebbene le raccomandazioni proposte possano cambiare in futuro. Fino ad allora, spetta sia al medico di cardiologia sia al medico di base comunicare l’aumento del rischio ai propri pazienti e l’importanza di vaccinarsi”.

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