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Parker Solar Probe, distrutto record di velocità: sfreccia a 100km al secondo vicino al Sole

Lanciata alle 9:33 di domenica 12 agosto dalla base NASA di Cape Canaveral, la sonda Parker Solar Probe continua la sua folle corse di avvicinamento al sole. Nei giorni scorsi ha toccato i 343mila chilometri orari di velocità, distruggendo il precedente primato della sonda Juno, inoltre è arrivata a soli 24 milioni di chilometri di distanza dalla superficie della stella.
A cura di Andrea Centini
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La sonda Parker Solar Probe della NASA ha compiuto la sua prima manovra di avvicinamento al Sole, raggiungendo la distanza record di “appena” 24 milioni di chilometri dalla sua superficie; inoltre ha toccato l'impressionante velocità di oltre 343mila chilometri orari, circa 95 chilometri al secondo. Con questi numeri si è guadagnata di diritto il primato di oggetto più veloce mai costruito dall'uomo; il precedente record apparteneva infatti alla sonda Juno in orbita attorno a Giove, che arrivò a 240mila chilometri orari. La Parker Solar Probe è comunque destinata a distruggere ogni record di avvicinamento al Sole; lo scorso 29 ottobre, quando arrivò a 42 milioni chilometri dalla superficie dell'astro, superò il precedente primato (43,43 milioni di chilometri) conquistato nel lontano 1976 dalla sonda HELIOS II, ma nel 2024 saluterà la stella ad appena 6 milioni di chilometri di distanza.

Durante la prima manovra di avvicinamento la sonda della NASA ha dovuto affrontare temperature di 2 milioni di gradi centigradi, un inferno dal quale si protegge grazie a uno spessissimo scudo di 8 metri in schiuma di carbonio, in grado deviare la radiazione solare mantenendo il cuore elettronico a una temperatura costante di circa 30° centigradi. Naturalmente 2 milioni di gradi farebbero fondere qualunque tipo di materiale; la sonda può passare attraverso una simile “nuvola di fuoco” perché la corona solare è molto rarefatta. Non a caso lo scudo si è scaldato di poco meno di 450° gradi centigradi. La sonda è dotata anche di sistemi automatizzati (indipendenti dal controllo dalla Terra) che le permettono di ruotare e ripiegare i pannelli solari proprio per gestire al meglio le temperature.

Ma la sonda non è stata spedita verso il Sole per battere record di velocità e resistenza al calore. La Parker Solar Probe porta infatti il nome di Eugene Parker, uno scienziato della NASA che negli anni '50 fu pioniere nello studio del vento solare. L'obiettivo della sonda è proprio quello di indagare sulle particelle espulse dalla stella e sulla sua corona, dove curiosamente la temperatura risulta centinaia di volte superiore rispetto a quella della superficie, che è di circa 5.500 gradi centigradi. Fra i misteri che proverà a risolvere vi sono anche quelli legati alle tempeste geomagnetiche sulla Terra, in grado di mandare in tilt sistemi radio, “friggere” satelliti e perfino di far detonare esplosivi.

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