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Otite del nuotatore: cos’è, quali sono i sintomi e come si cura

Durante l’estate, a causa delle alte temperature, dell’umidità e dei contatti con l’acqua più frequenti, aumentano i rischi di sviluppare l’otite esterna o “del nuotatore”. Ecco cos’è e da cosa è provocata.
A cura di Andrea Centini
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Tra le patologie che si manifestano con maggior frequenza durante l'estate, anche a causa delle temperature più alte e la maggiore umidità, l'otite esterna o otite del nuotatore è indubbiamente tra le più fastidiose, in particolar modo per chi è in vacanza e vuol godersi qualche sano bagno al mare. Così chiamata poiché colpisce prevalentemente i nuotatori, con un fattore di rischio superiore di ben cinque volte, è un'estesa infiammazione dell'orecchio esterno che può aggravarsi se non trattata in modo adeguato. Ecco quello che c'è da sapere.

Cos'è l'otite del nuotatore

L'otite del nuotatore, conosciuta in ambito clinico col nome di otite esterna, è una cosiddetta flogosi – patologia infiammatoria – che interessa l'epidermide del condotto uditivo esterno, e la sua origine è prevalentemente batterica. I principali patogeni in grado di scatenare l'infezione sono i batteri Pseudomonas aeruginosa e stafilococco aureo (Staphylococcus aureus), tuttavia non mancano casi di origine virale e micotica, ovvero fungina.

Da cosa è provocata

L'infezione si può produrre per varie ragioni e tra le principali cause scatenanti vi è proprio il continuo contatto con l'acqua. L'azione meccanica del fluido, infatti, riduce progressivamente lo strato di cerume che protegge il condotto uditivo esterno, favorendo così l'inasione degli agenti patogeni. La loro proliferazione è catalizzata dalle alte temperature e dall'umidità tipiche dell'estate, e poiché tali condizioni sono sempre presenti anche in piscina, i nuotatori abituali sono esposti all'infezione praticamente tutto l'anno. Tra le altre cause possono esservi il ristagno d'acqua legato ai tappi di cerume e la rimozione meccanica di quest'ultimo coi famigerati cotton-fioc. Anche il semplice sfregamento può agevolare l'azione dei batteri, danneggiando la cute, così come un'eccessiva pulizia dell'orecchio con detergenti e saponi aggressivi. L'otite esterna può originare anche in associazione ad altre condizioni cliniche, come la psoriasi e la dermatite atopica.

Come si manifesta

Nella fase iniziale, quando si avvia la proliferazione batterica, l'otite del nuotatore di manifesta con dolore e prurito localizzati nell'orecchio, che possono acuirsi durante la deglutizione. Si sviluppa rapidamente una sensazione di orecchio tappato e “pieno”, con la possibilità di acufeni, ovvero il caratteristico ronzio. Col procedere dell'infezione, il dolore diventa sempre più intenso e si amplificano le difficoltà auditive (ipoacusia). Esternamente si può invece notare una vistosa irritazione (eritema) dell'epidermide lesionata, con presenza di croste e fuoriuscita di materiale purulento. In taluni casi possono gonfiarsi anche alcuni linfonodi nell'area limitrofa, ad esempio sul collo e sulla mandibola. Nei soggetti diabetici e immunodepressi essa può generare vertigini, osteomielite, paralisi cervicale e persino sordità.

Cura e diagnosi

In presenza dei sintomi caratteristici  è doveroso rivolgersi al proprio medico o a un otorinolaringoiatra, che attraverso apposite procedure – come ad esempio l'otoscopia – possono verificare lo stato della condizione patologica ed effettuare la corretta diagnosi. La terapia, anticipata da una corretta pulizia del condotto auditivo con aspiratori o altri metodi, varia in base all'origine della patologia, che può essere trattata con antibiotici, antivirali o antimicotici. Talvolta possono essere somministrati anche comuni antidolorifici e antinfiammatori steroidei. Nella maggior parte dei casi la guarigione avviene entro una decina di giorni, senza alcuna conseguenza per l'apparato uditivo. La prevenzione si fa invece con tappi per le orecchie prima delle immersioni e con una corretta igiene personale.

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