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Omeopatia, 3.000 medicinali nel Prontuario dal 2019: a rischio le aziende e aumento dei prezzi

I prodotti omeopatici diventano farmaci dal 2019, l’inserimento nel Prontuario però potrebbe rappresentare un rischio economico per le aziende e per i consumatori.
A cura di Zeina Ayache
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I medicinali omeopatici entreranno nel Prontuario dal 2019 diventando così farmaci a tutti gli effetti. La notizia arriva da Omeoimprese che fa riferimento all'Autorizzazione all'immissione in Commercio di cui si sta occupando l'Aifa e che dovrebbe arrivare entro la fine del 2018. Si tratta di una rivoluzione per il settore i cui rappresentanti non sembrano però completamente soddisfatti.

Alti costi per le aziende. Il Presidente di Omeoimprese Giovanni Gorga spiega che “le aziende hanno dovuto sostenere onerosi investimenti per adeguarsi alle richieste di Aifa e da gennaio 2019 tutti i medicinali omeopatici in commercio avranno ottenuto l’AIC proprio come avviene per i farmaci allopatici. Vi sono, però, sostanziali differenze che rischiano di mettere in ginocchio il settore”. Quali? “Le aziende omeopatiche hanno dimensioni inferiori rispetto alle aziende farmaceutiche e non possono permettersi di affrontare gli stessi costi di registrazione”.

Decreto tariffe sotto accusa. Il riferimento va al decreto Tariffe del Ministro Lorenzin che, spiega Gorga, “stabilisce importi tariffari assolutamente improponibili. Si tratta di cifre insostenibili per un settore che comunque non può né vuole pensare di competere con le big pharma”

Prezzi in aumento. Parlando di costi, “le tariffe legate alla registrazione dei medicinali omeopatici e ad altre procedure come ad esempio la variazione di un componente all’interno del farmaco, non possono essere le stesse che si applicano ai medicinali tradizionali”, spiega Gorga che sottolinea il rischio per le aziende di non poter più sostenere i costi ed essere costretta a ritirare il farmaco dal commercio, chiudere e lasciare a casa i lavoratori.

Rischi per gli italiani. E non è tutto. Secondo Omeoimprese, l'eventuale perdita di prodotti italiani potrebbe portare i nostri connazionali a cercare i medicinali omeopatici stranieri che hanno obblighi e costi inferiori.

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