OGM o OMG? Nasce Rosita, la mucca che produce latte simil-umano
Più che OGM, ovverosia Organismo Geneticamente Modificato, la nascita della mucca argentina transgenica, avvenuta il 6 aprile scorso, è definibile con l'acronimo inglese OMG (Oh, my God!), genericamente usato per indicare stupore e incredulità. Stupore e incredulità comprensibili perché, Rosita, chiamata così quasi a rafforzare le sue caratteristiche di "umanità", è il primo (?) esemplare di mucca che presenterà, a detta degli scienziati, latte con caratteristiche molto simili a quelle del latte materno. Il punto interrogativo è d'obbligo perché non appena il National Institute of Agrobusiness Technology argentino ha diffuso la notizia dell'arrivo di Rosita, gli scienziati cinesi hanno rimarcato il primato, dichiarando che, in realtà, soltanto qualche giorno prima avevano fatto sapere di aver generato un'intera mandria, costituita di circa 300 esemplari, in grado di produrre latte con le medesime caratteristiche.
Vediamo quali sono. Il latte che Rosita produrrà quando diventerà adulta contiene delle sostanze in grado di rafforzare in maniera consistente il sistema immunitario. In particolare, gli scienziati argentini hanno inserito nel codice genetico della mucca in questione geni in grado di produrre la proteina della lattoferrina, in grado di far aumentare le difese immunitarie, e la lisozima, un enzima con alta carica battericida. L'obiettivo dell'operazione, secondo quanto ha riferito lo scienziato argentino Adrian Mutto, sarebbe quello di "aumentare il valore nutrizionale del latte di mucca con l'aggiunta di questi due geni umani che forniscono ai neonati protezioni antibatteriche e antivirali".
La nascita della mucca però, nonostante i facili entusiasmi, porta alla ribalta questioni aperte sui quali i pareri non sono quasi mai univoci. Nello specifico, questa è stata la reazione di Michel Kuan, responsabile della Lav vivisezione, che chiede all'Ue di fermare esperimenti simili:
La clonazione animale è una materia sulla quale esistono gigantesche criticità sia dal punto di vista scientifico che etico: tutte ottime ragioni per opporsi a un simile orrore. […] Inoltre, il problema legato ai primi giorni di allattamento e il conseguente trasferimento della barriera anticorpale tra madre e figlio, non sarebbe ovviato; anzi, si introdurrebbero problemi di possibili virus silenziosi ed effetti indesiderati non preventivati.
Un punto di vista simile a quello del ricercatore del Cnr Roberto Defez che conferma, "il latte degli erbivori è “studiato” dalla natura per degli animali che appena nati devono scappare, e quindi è molto più ricco di quello dei carnivori, i cui piccoli passano molto tempo fermi e quasi ciechi."Se davvero l'intenzione è aiutare l'essere umano, sia che appartenga a un paese sviluppato o meno, l'esperto consiglia: "L’ideale in questi casi è allontanarsi il più possibile dalla specie umana; è molto più sicuro far produrre un anticorpo umano a una pianta che a un altro animale, perché noi non abbiamo patogeni condivisi con i vegetali, e quindi non c’è il pericolo che ci vengano trasmessi virus o batteri pericolosi".