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Nuove onde gravitazionali dalla fusione di buchi neri, cosa sta succedendo nell’Universo

Il LIGO e il Virgo fanno sapere di aver ripreso le attività e da inizio aprile sono già state intercettate alcune onde gravitazioni che potrebbero essere il risultato della fusione di buchi neri. Vediamo insieme cosa sta accadendo e da cosa potrebbero essere state determinate le nuove rilevazioni.
A cura di Zeina Ayache
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L’universo ha ‘parlato’ ancora, questa volta gli scienziati del LIGO e del Virgo hanno captato quattro nuovi segnali che stanno cercando di decifrare. Se tre segnali pensano che siano riconducibili alla fusione di due buchi neri, sul quarto ci sono ancora dubbi, potrebbe trattarsi del risultato della collisione di due stelle di neutroni. Vediamo insieme cosa sta succedendo.

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La riaccensione dei rilevatori. Un anno fa il LIGO ha messo in pausa la sua attività per lavorare sulla strumentazione in modo da renderla più efficace del 40%. Dopo la sua riaccensione a inizio aprile, il LIGO ha annunciato la scoperta di due nuove scoperte importanti: l’8 aprile è stata rilevata un nuova onda gravitazione, seguita da una seconda il 12 aprile. Sono passati ormai quattro anni da quando è stata captata la prima onda gravitazione, era il settembre 2015, annunciata poi ufficialmente nel febbraio 2016, dimostrando così quanto previsto dalla Teoria della Relatività di Einstein. Oggi si apre un nuovo capitolo per il LIGO e per il Virgo (l’osservatorio italiano), che pensano di aver rilevato la onde gravitazionali prodotte dalla fusione di due buchi neri.

Ancora presto per un annuncio. Come spiega il  fisico Giovanni Prodi, dell'Università di Trento e associato all'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e coordinatore dell'analisi dati dell'osservatorio europeo Virgo a Cascina, Pisa, “I segnali che abbiamo captato sembrano molto convincenti, ma è troppo presto per fare annunci, perché sono ancora in corso le verifiche che richiederanno qualche mese”.

Nuovi segnali dall’universo. Il 25 aprile è stato intercettato un altro segnale che però risulta difficile da decifrare, come spiega Prodi "il fenomeno è stato osservato solo da due rivelatori, mentre il terzo non era in funzione: al momento abbiamo dato agli astronomi informazioni piuttosto vaghe sulla posizione nel cielo e sulla distanza a cui sarebbe avvenuto l'evento, ma contiamo di affinare i dati nei prossimi giorni”. Dovremo dunque aspettare i prossimi giorni per saperne di più.

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