55 Cancri, un pianeta sempre più “infernale”
I media di tutto il mondo lo avevano ribattezzato “Pianeta diamante”. 55 Cancri, questo il nome dell’esopianeta scoperto nel 2004 da un team congiunto di astronomi del Massachusetts Institute of Technology (MIT), dell’University of British Columbia (UBC), dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e dell’Università della California a Santa Cruz (UCSC), secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge risulta esser tutt’altro che un sogno. La sua natura è particolarmente violenta e, se proprio lo si dovesse paragonare a qualcosa, nulla si avvicinerebbe di più a quella dell’inferno. 55 Cancri, infatti, è un mondo roccioso che danza a stretto contatto con la sua stella, una danza quasi letale, che fa sì che il suo anno duri appena 18 ore e, cosa tanto straordinaria quanto spaventosa, porta il suo lato più caldo – quello costantemente esposto ai raggi solari – ad avere temperature medie comprese tra i 1000 e i 2700° Centigradi.
E' l'esopianeta più vicino al nostro Sistema solare. 55 Cancri, con una massa otto volte quella della nostra Terra e una dimensione doppia rispetto al nostro Pianeta, risulta al momento l’esopianeta più vicino a noi. “E’ la prima volta che vediamo dei cambiamenti così drastici nella luce emessa da un esopianeta – commenta Nikku Madhusudhan, astrofisico dell’Istituto di astronomia di Cambridge e co-autore dello studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society – soprattutto perché si tratta di una super-Terra”.
L'attività vulcanica presente su Io non è paragonabile. Mai prima d’ora erano state rilevate emissioni termiche o attività di superficie provenienti da una Super-Terra. All’origine di questo fenomeno, evidenziano gli scienziati, potrebbero esserci degli enormi pennacchi di gas e polveri espulsi dall‘intensa attività vulcanica, decisamente più drammatica di quella osservata su Io, una delle lune di Giove nonché il corpo geologicamente più attivo nel Sistema Solare. “Abbiamo visto un cambiamento pari al 300% sul segnale proveniente da questo pianeta – ha detto Brice-Olivier Demory, primo autore dello studio – è la prima volta che abbiamo visto un così enorme livello di variabilità in un pianeta extrasolare”.
Ancora molte le domande senza risposta. “Quando abbiamo identificato il pianeta – ha evidenziato Madhusudhan – le misurazioni avvaloravano il modello dell’abbondanza di carbonio. Ma adesso abbiamo scoperto che questi dati stanno cambiando. Il pianeta potrebbe essere ricco di carbonio, ma ora non ne siamo così sicuri, anche perché studi precedenti hanno anche suggerito che potrebbe essere un mondo d’acqua. L’attuale variabilità è qualcosa che non abbiamo mai visto da nessun’altra parte”.
Astrofisici a caccia di una nuova Terra per la specie umana. Lo studio degli esopianeti è fondamentale per lo sviluppo della civiltà umana, anche perché in futuro non è escluso che la nostra specie debba cercare una nuova casa. Sbirciare con i telescopi più sofisticati permette dunque di stilare quanto meno una lista dei mondi potenzialmente abitabili o comunque con caratteristiche sufficientemente stabili. Inutile dire che 55 Cancer non è uno di questi, le sue condizioni non possono sostenere la vita.