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Neurochirurghi e ingegneri aerospaziali non sono più intelligenti di te (lo dice la scienza)

Il test è stato condotto da un team di ricercatori che ha confrontato vari aspetti dell’intelligenza dei professionisti in neurochirurgia e ingegneria aerospaziale con quelli della popolazione generale.
A cura di Valeria Aiello
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Un’idea radicata è quella secondo cui alcune professioni richiedano un’intelligenza superiore alla media. I ricercatori hanno però scoperto che questa correlazione non è necessariamente verificata quando si parla di neurochirurgia e di ingegneria aerospaziale, due specializzazioni ritenute da molti tra le più complesse nel panorama delle cosiddette discipline STEM, ovvero che rientrano nell’ambito della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica.

In particolare, nel valutare le abilità cognitive di ingegneri aerospaziali e neurochirurghi, gli studiosi hanno trovato poche differenze nel confronto con la popolazione generale, evidenziando come frasi comunemente utilizzate per connotare l’intelligenza dei professionisti in queste specialità (del tipo “è un problema da ingegneri” oppure “non è mica un intervento al cervello”) non abbiano alcuna base scientifica.

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno condotto uno studio prospettico internazionale, con partecipanti reclutati tramite internet nel Regno Unito, in Europa, Stati Uniti e Canada. Complessivamente, utilizzando il Great British Intelligence Test (GBIT) attraverso la piattaforma online Cognitron, gli studiosi hanno analizzato le risposte a una serie di test cognitivi di 329 ingegneri aerospaziali e 72 neurochirurghi, mettendo in relazione i risultati ottenuti con quelli di un gruppo di confronto di oltre 18mila persone residenti nel Regno Unito. Gli ambiti esaminati hanno incluso aspetti della cognizione, tra cui le abilità di pianificazione e ragionamento, memoria lavorativa, attenzione e capacità di elaborazione delle emozioni.

L’analisi, pubblicata nel dettaglio sul British Medical Journal, ha rivelato che solamente i neurochirurghi hanno mostrato una differenza significativa in riferimento a una più spiccata velocità nel problem solving, un’abilità che secondo i ricercatori “potrebbe derivare dalla natura frenetica della neurochirurgia, che attrae coloro che hanno un talento per l’elaborazione rapida dei problemi”. In alternativa, secondo gli studiosi, la loro rapidità nella risoluzione dei problemi potrebbe essere dovuta, anche se con minore probabilità, “all’allenamento in situazioni critiche a veloci processi decisionali”. Gli ingegneri aerospaziali, d’altro canto, hanno mostrato risultati migliori in relazione alle capacità di attenzione ed elaborazione mentale. A favore invece dei neurochirurghi anche una maggiore abilità nel risolvere problemi semantici, come nella definizione di parole desuete.

Essenzialmente ciò che pensiamo di aver dimostrato è che ognuno di noi ha una diversa gamma di abilità. Alcune persone sono migliori in certi aspetti mentre altre lo sono per aspetti differenti, ed è molto difficile essere migliori in tutto – ha affermato il dottor Aswin Chari, un tirocinante in neurochirurgia presso il Great Ormond Street Hospital di Londra e autore corrispondente dello studio – . È anche possibile che altre professioni meritino di stare su quel piedistallo e il lavoro futuro dovrebbe mirare a determinare quali siano le più meritevoli”.

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