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Mu, il continente perduto forse esisteva realmente

Tracce di un’antica crosta continentale sono state individuate nelle Mauritius e dimostrerebbero l’esistenza in passato di un micro-continente.
A cura di Roberto Paura
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È uno dei tre leggendari continenti scomparsi, insieme ad Atlantide e Lemuria: Mu, che si troverebbe tra l’Oceano Pacifico e l’Oceano Indiano, secondo un mito del XIX secolo fondato, come affermavano i suoi sostenitori, su antichi manoscritti Maya, resoconti di una terra lontana poi sommersa da un grande cataclisma. Considerata solo un’invenzione della fantasia, ispiratrice di romanzi e racconti, Mu potrebbe essere esistita davvero. Molto probabilmente non ospitò mai nessuna civiltà antica andata perduta, o i cui discendenti avrebbero dato vita alle civiltà precolombiane in America. Ma, secondo uno studio pubblicato su Nature Geoscience, nelle acque dell’Oceano Indiano un tempo poteva essere esistito un micro-continente scomparso milioni di anni fa sotto l’attuale fondale oceanico.

Basalto antichissimo – Secondo Bjørn Jamtveit, geologo dell’Università di Oslo, nelle isole Mauritius si troverebbero tracce di una crosta continentale scomparsa. Lì il basalto, che costituisce la base di un continente, è vecchio di circa 8,9 milioni di anni. Ma, analizzando granello per granello la sabbia di alcune spiagge dell’isola principale dell’arcipelago, sono stati individuati 20 piccoli cristalli di zircone, un minerale del gruppo dei neosilicati noto, come il diamante, per la sua resistenza all’erosione del tempo. Ebbene, lo zircone analizzato sarebbe molto più vecchio del basalto delle Mauritius: daterebbe a non meno di 660 milioni di anni fa, e un cristallo in particolare avrebbe quasi 2 miliardi di anni.

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Un continente in fondo al mare – Lo zircone si cristallizza all’interno del granito o di altre rocce ignee, cioè prodotte da fenomeni lavici. Secondo il team guidato dal ricercatore norvegese, questi cristalli si sarebbero formati quindi all’interno di rocce provenienti da un’antichissima crosta continentale che si troverebbe sotto il fondale delle Mauritius. Probabilmente, eruzioni vulcaniche geologicamente recenti hanno portato alla luce queste rocce, facendole emergere dal fondale oceanico. C’è anche un’altra prova a fare di questa tesi. Le analisi del campo gravitazionale terrestre, realizzate negli ultimi anni dal satellite spaziale GOCE, dimostrano che nell’Oceano indiano esistono aree in cui la crosta del fondale oceanico è molto più spessa del normale: circa 25-30 chilometri di spessore rispetto ai normali 5-10 chilometri. Lì sotto potrebbe esserci quindi ciò che resta di un’antica massa terrestre, battezzata “Mauritia”, finita sommersa dai grandi stravolgimenti che avvennero nell’area dell’Oceano indiano milioni di anni fa, quando il subcontinente indiano venne spinto verso nordest, dando vita alla catena dell’Himalaya.

In cerca di Atlantide – Alcuni studiosi che hanno commentato la scoperta sostengono che il sistema potrebbe essere impiegato per individuare altri possibili “continenti scomparsi” sommersi da milioni di anni sotto i fondali oceanici. L’immaginazione non può non correre al mitico continente perduto di Atlantide, che secondo le leggende risalenti a Platone sarebbe esistito tra Europa e America, “oltre le colonne d’Ercole”. Il politico e scrittore inglese dell’Ottocento, Ignatius Donnelly, autore di uno dei più famosi studi su Atlantide, riteneva che la dorsale oceanica che corre sotto l’Atlantico potesse essere ciò che resta del continente finito sommerso “nell’arco di una notte”. Ma lo sviluppo della geologia e della teoria della tettonica a placche ha smentito quest’ipotesi. Se davvero sono esistiti continenti oggi scomparsi, ciò è avvenuto milioni di anni fa, prima che qualsiasi essere simile all’uomo iniziasse a calpestare la terra.

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