Mercalli: “Anche l’Italia è a rischio tornado, alcune aree sono più colpite”
A distanza di qualche giorno dalla forte ondata di maltempo che si è abbattuta in Spagna, Francia e Belgio, un violento tornado ha colpito la Repubblica Ceca, devastando diversi paesi Moravia del Sud e provocando purtroppo anche vittime e centinaia di feriti. Secondo i media locali si è trattato di uno dei fenomeni più intensi degli ultimi anni, anche se non del tutto nuovo per questi territori, così come per il resto dell’Europa centrale, Italia inclusa. “È però molto difficile fare una statistica – premette a Fanpage.it il meteorologo e climatologo italiano Luca Mercalli – . Questo perché, essendo episodi locali, non è detto che nei luoghi dove si verificano ci siano gli strumenti per misurare l’intensità dei venti. Ci si basa quindi sulla rilevazione dei danni causati, per cui è chiaro che il confronto dei danni di oggi con quelli del passato è molto complicato”.
Come si generano questi eventi?
La formazione di un tornado è legata alle nubi temporalesche che, in determinate condizioni, possono creare una sorta di vortice che si comporta come se fosse un imbuto d’aria, che ruota sotto il temporale. In questi vortici, l’aria può raggiungere la velocità di 200-300 km/h ma anche 400 km/h.
Rispetto ad altre tempeste, come gli uragani, il tornado è piccolo, a volte non più di qualche centinaio di metri, e di breve durata, con una struttura molto localizzata. Può ad esempio attraversare un centro abitato con una traiettoria un po’ serpeggiante, distruggendo le case che si trovano da un lato della strada e lasciando completamente intatte quelle dall’altra. Gli uragani, come quelli che si formano nell’Oceano Atlantico, sono invece un sistema che cresce progressivamente, fino a raggiungere anche i mille chilometri, in una struttura distruttiva che è però lenta a muoversi, per cui è più facile prevedere le regioni che verranno colpite.
Vuol dire che non è possibile prevedere un tornado?
Sì, proprio per le sue caratteristiche, è difficilissimo da prevedere. Può formarsi sotto un temporale, in condizioni che a priori non sono visibili, se non con il radar meteorologico che, ad ogni modo, non può individuarlo se non pochi minuti prima che si formi. Sappiamo può verificarsi prevalentemente nel semestre caldo, perché c’è bisogno delle nubi temporalesche, ma a parte questo è uno degli eventi pressoché imprevedibili.
Possono formarsi anche in Italia?
Sì, si verificano anche nel nostro Paese. Abbiamo una ricca casistica, con tornado passati alla storia per i danni che hanno causato, come quello della fine degli Anni 50 nella Valle scuropasso, nella zona di Pavia, e quello di Venezia nel 1970, dove una grande tromba d’aria investì la Laguna, sollevando addirittura un vaporetto. Diversi eventi hanno interessato un po’ tutta la Pianura Padana, la Brianza, e la Puglia, ma anche il Lazio, la Toscana e la Liguria.
Ci sono dei luoghi più a rischio?
Sì, ci sono delle zone dove questi fenomeni si verificano con maggiore frequenza. Quella più a rischio è la famosa Tornado Alley, il Viale dei Tornadi, negli Stati Uniti, un’area che comprende diversi Paesi con caratteristiche del territorio ne facilitano lo sviluppo.
E in Italia? Ci sono aree più colpite?
Come le dicevo, diversi eventi si sono verificati in Pianura Padana ma anche in Puglia. Più in generale, si tratta di zone pianeggianti dove il tornado ha possibilità di muoversi sul territorio senza ostacoli. Poi dipende ovviamente dalla formazione del temporale, che è l’elemento principale, e dalla temperatura e dall’umidità del luogo.
Ci sono delle cause che possono generare con maggiore frequenza un tornado?
Certo, ci possono essere, perché visto che l’elemento principale per la sua formazione è il temporale – e ovviamente la sua intensità – all’aumento delle condizioni che generano i temporali, crescono anche le possibilità di tornado. Chiaramente, le condizioni che generano i temporali sono anche temperature e umidità elevate, che sono elementi abbastanza diffusi. Tuttavia, se la temperatura del Pianeta aumenta, quindi il riscaldamento globale aumenta la temperatura, se c’è abbastanza umidità anche per formare i temporali, possiamo avere una maggiore frequenza di tornado.
Ci sono dei segnali che, quando siamo all’aperto, possiamo notare?
Il segnale è quello di un temporale intenso. Quando vediamo che il cielo diventa nero, tuona o inizia a piovere, e si solleva un vento molto forte, oltre al temporale, che di per sé può già minacciare la nostra vita, possono formarsi queste conformazioni a vortice. Una buona regola, quando c’è un temporale molto forte e siamo all’aperto, è quella di cercare riparo in un edificio resistente, non una capanna, una tenda o una tettoia, che sono tutte strutture che possono essere spazzate via. Negli Usa, ad esempio, nei Paesi dove questi eventi sono più frequenti tutti gli anni, esistono dei rifugi appositi, che sono come i rifugi antiaerei, dove in caso di allarme tornato, la gente può ripararsi. In casa, possiamo invece scegliere una stanza più interna, chiudendo tutte le finestre e aspettando che passi.