Mascherine più sicure contro il Covid: “Una striscia adesiva si colora se rileva il virus”
Un modo nuovo e ingegnoso modo per rilevare l’infezione da coronavirus e rendere più sicure le mascherine, specialmente quando indossate per lunghi periodi di tempo. Lo hanno messo a punto i ricercatori dell’Università della California a San Diego che hanno sviluppato una striscia adesiva che cambia colore quando rileva la presenza di Sars-Cov-2 nel respiro e nelle goccioline di saliva di una persona.
Il progetto, sostenuto dal National Institute of Health degli Stati Uniti con un finanziamento di 1,3 milioni di dollari, ha lo scopo di fornire una sorveglianza semplice, economica e affidabile delle infezioni attraverso uno strumento che possa essere facilmente implementato nell’uso quotidiano e in contesti con risorse più limitate. Un dispositivo che, di fatto, è un perfetto “sensore indossabile” come definito da Jesse Jokerst, professore di nanoingegneria presso la Jacobs School of Engineering dell’UC a capo del progetto – . Abbiamo preso spunto da ciò che molte persone già indossano e lo riutilizziamo in modo da poter identificare rapidamente e facilmente le nuove infezioni e proteggere le comunità più vulnerabili”.
Le strisce reattive, essendo adesive, possono essere applicate su qualsiasi mascherina (N95, chirurgiche o di stoffa), e sono progettate per segnalare la presenza di specifiche proteine virali, chiamate proteasi, che vengono prodotte in seguito all’infezione da coronavirus Sars-Covid-2. L’idea di base, spiegano i ricercatori in una nota, è semplice: mentre l’utente respira attraverso la mascherina, le particelle – comprese le proteasi di Sars-Cov-2 dei soggetti positivi – si accumulano nella striscia reattiva. “La striscia reattiva è dotata di un blister che l’utente può comprimere, rilasciando nanoparticelle che cambiano colore in presenza delle proteasi di Sars-Cov-2 – precisano gli studiosi – . Una linea di controllo sulla striscia reattiva mostrerà l’aspetto che dovrebbe avere un risultato positivo”.
Un funzionamento “simile al controllo dei risultati di un test di gravidanza” fanno notare i ricercatori, indicando che le strisce non sono comunque destinate a sostituire gli attuali test diagnostici per Covid-19. “Pensiamo a questo dispositivo come a un approccio di sorveglianza, come un rilevatore di fumo in casa – ha aggiunto Jokerst – . Questo rimarrebbe in background durante il giorno e se viene attivato, allora sai che c’è un problema e lo puoi verificare con test più sofisticati”.
Le strisce reattive possono essere facilmente prodotte in serie tramite un processo denominato roll-to-roll, un procedimento di fabbricazione di dispositivi su rotoli di fogli di plastica che contiene il costo di ciascuna striscia a pochi centesimi. “Vogliamo che questo sia abbastanza conveniente per rendere questo test di uso quotidiano – ha concluso Jokerst – . Ciò consentirebbe alle strutture ad alto rischio come case famiglia, carceri, cliniche di dialisi e rifugi per senzatetto di monitorare prima e più frequentemente le nuove infezioni, riducendo la diffusione del virus”.