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Mangia le prede che sono già a pancia piena: il mollusco ‘affamato’ e la cleptopredazione

Un team di ricerca italo-britannico ha scoperto una nuova tecnica di predazione, che è stata chiamata “cleptopredazione”. Il mollusco Cratena peregrina, un nudibranco, preferisce divorare i polipi di un altro invertebrato solo dopo che hanno mangiato.
A cura di Andrea Centini
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Un mollusco marino preferisce divorare le proprie prede quando sono a ‘pancia piena', cioè dopo che hanno mangiato, un comportamento mai visto prima in natura che i biologi hanno deciso di chiamare ‘cleptopredazione'. Il vero obiettivo dell'invertebrato, nello specifico l'affascinante nudibranco Cratena peregrina, non sono infatti i polipi dello Eudendrium racemosum, lo cnidario idroide che attacca normalmente, ma ciò che esso mangia, cioè i minuscoli crostacei del plancton.

A fare questa incredibile scoperta un team di ricerca internazionale, al quale hanno dato il proprio contributo fondamentale gli studiosi italiani dell'Istituto per l'ambiente marino costiero del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), della Stazione Zoologica di Napoli e dell'Università del Salento. Hanno partecipato anche ricercatori delle università britanniche di Glasgow e Portsmouth.

Alcuni biologi marini si sono accorti indipendentemente che la Cratena peregrina attendeva che i polipi dello cnidario (un invertebrato parente dei coralli) catturassero le proprie prede prima di mangiarli. Alle osservazioni preliminari non fu dato troppo peso, tuttavia quando diversi ricercatori iniziarono a confrontarsi si è deciso di indagare a fondo sulla questione. Prima osservandone il comportamento in natura, più precisamente a Castellamare del Golfo, dove queste specie sono piuttosto diffuse, e successivamente ricreando in laboratorio un acquario dove studiare da vicino i protagonisti.

Dalle indagini è emerso che l'appariscente e variopinto nudibranco preferisce nutrirsi proprio dei polipi sazi, considerando che il contributo energetico offerto dai crostacei è superiore a quello dei semplici polipi. Per la Cratena peregrina è un po' come addentare un ripieno, hanno scherzato gli scienziati, sottolineando che si tratta di un pasto sicuramente più calorico e nutriente. Questa strategia permette inoltre allo cnidario di sopravvivere agli assalti dei nudibranchi, avendo il tempo di far ricrescere i polipi divorati e sopravvivere. Entrambe le specie ne traggono dunque un vantaggio. Il furto di prede era già noto in natura (basti pensare alle iene o ai corvi che aspettano che altri facciano il lavoro ‘sporco'), ma non si era mai visto in questi termini. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su Biology Letters.

[Credit: Parent Gerì]

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