161 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Malattia polmonare letale prevenuta per la prima volta grazie a editing genetico in utero

Ricercatori americani hanno prevenuto per la prima volta lo sviluppo di una rara e letale malattia polmonare congenita – chiamata deficit della proteina C del surfattante – grazie alla tecnica di editing genetico CRISPR-Cas9, iniettata in utero affinché inattivasse il gene mutato responsabile della patologia. L’obiettivo è curare altre gravi patologie come la fibrosi cistica.
A cura di Andrea Centini
161 CONDIVISIONI
Credit: geralt
Credit: geralt

Prevenire malattie polmonari letali utilizzando l'editing genetico prima della nascita, correggendo (o inattivando) i geni mutati direttamente nell'utero, attraverso il celebre sistema CRISPR-Cas9 iniettato nel liquido amniotico. Non è fantascienza, ma il risultato straordinario raggiunto da un team di ricerca americano guidato da scienziati del Children's Hospital di Philadelphia e della Scuola di Medicina Perelman dell'Università della Pennsylvania, che è riuscito a guarire alcuni topini attraverso il rivoluzionario trattamento.

Malattie rare. Nello specifico, gli studiosi coordinati dal professor William H. Peranteau, ricercatore presso il Centro di ricerca fetale dell'ateneo del nosocomio di Philadelphia, hanno curato roditori destinati a sviluppare il deficit della proteina C del surfattante (SFTPC), una rarissima patologia che colpisce il fluido che permette il normale funzionamento dei polmoni, e che determina la morte per insufficienza respiratoria poche ore dopo la nascita. L'obiettivo è testare l'editing genetico in utero anche contro la fibrosi cistica e il deficit di Alfa-1-antitripsina (AATD), che colpiscono i polmoni e dunque la respirazione.

L'esperimento. Per il test Peranteau e colleghi hanno utilizzato topini geneticamente modificati destinati a sviluppare la SFTPC e dunque a morire poco dopo la nascita. Poiché i polmoni sono direttamente a contatto con l'ambiente circostante, gli scienziati hanno pensato di inattivare il gene mutato responsabile della patologia sfruttando il sistema CRISPR-Cas9 direttamente nel fluido amniotico. Attraverso un virus modificato, hanno iniettato il composto per inattivare il gene mutato a quattro giorni dalla nascita dei topini (che corrispondono al terzo trimestre nell'uomo), attenendo che l'editing genetico facesse il suo corso. Ebbene, grazie al trattamento sperimentale circa un quarto dei topi destinati a morire sono sopravvissuti, manifestando anche una migliore morfologia polmonare. Le cellule che hanno mostrato il più alto grado di editing a seguito dell'intervento erano quelle epiteliali alveolari e quelle secretorie che rivestono i polmoni.

Lunga attesa. Benché si tratti di un risultato straordinario, la CRISPR-Cas9 presenta ancora diversi “lati oscuri” sotto il profilo della sicurezza, in particolar modo a causa delle mutazioni off-target (fuori bersaglio) con esiti potenzialmente catastrofici. Inoltre dovranno essere ottenute percentuali molto più elevate con gli animali e andrà verificata la sopravvivenza a lungo termine. Siamo comunque innanzi a una pietra miliare della ricerca scientifica, che potrebbe sfociare in trattamenti innovativi diettamente nell'utero per gravi malattie congenite, che ad oggi hanno poche opzioni terapeutiche. Ci vorrà comunque molto tempo prima di vedere i primi trial clinici, cioè i test sull'uomo. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science Traslational Medicine.

161 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views