L’oceano può ancora salvarci dal riscaldamento globale: così taglia il 21% dell’anidride carbonica
C’è un’ultima spiaggia che può salvarci dal riscaldamento globale e dai danni che ne conseguono: l’oceano. Gli esperti hanno infatti calcolato che sfruttando con intelligenza l’oceano possiamo ridurre fino ad un quinto le emissioni di anidride carbonica nell’aria, di fatto riuscendo a contenere l’innalzamento delle temperature entro l’obiettivo di +1,5°C. Ma come è possibile? Ce lo spiegano gli esperti nel loro nuovo report: ecco come l’oceano ci salverà.
Gli esperti non hanno dubbi, con un’azione mirata alla gestione del clima attraverso gli oceani, possiamo ridurre di un quinto, quindi del 21% o di 11 gigatonnellate, le emissioni di anidride carbonica nell’aria che produciamo annualmente e che dobbiamo eliminare entro il 2050 (se vogliamo evitare che le temperature globali incrementino più di 1,5°C). La salvaguardia del clima è fondamentale se vogliamo un futuro non catastrofico e, per riuscirci, dobbiamo contenere il riscaldamento globale che porta ai cambiamenti sotto gli occhi di tutti. Ma come possiamo sfruttare l’oceano?
Le soluzioni previste e consigliate dagli esperti sono varie:
- Insistere sulle energie rinnovabili, per risparmiare 5,4 gt di CO2 all’anno entro il 2050 (che equivale ad un miliardi di auto per strada all’anno)
- Decarbonizzare i trasporti e le spedizioni nazionali ed internazionali, per risparmiare 1,8 gt di CO2 all’anno entro il 2050
- Incrementare la protezione e il ripristino degli ecosistemi a carbonio blu, quindi mangrovie e alghe marine, per risparmiare 1 gt di CO2 entro il 2050
- Sfruttare meglio e di più le fonti di proteine a basso contenuto di carbonio che sono presenti negli oceani, quindi alghe e frutti di mare, per sfamare le popolazioni future in modo sano ed ecosostenibile, contenendo la produzione di alimenti sulla terraferma, in modo da ridurre fino a 1,4 gt di CO2 entro il 2050.
Questo sono solo alcune delle soluzioni che potremmo adottare in futuro, ma gli interventi devono essere tempestivi perché, come ormai ci è chiaro, non abbiamo moltissimo tempo per aspettare.