Litigare in amore riduce il rischio di morte: ma bisogna discutere allo stesso modo
In amore non sempre abbiamo bisogno di qualcuno che sappia bilanciarci, quando si parla di litigi infatti sembrerebbe che il miglior partner per noi sia chi discute come noi, non importa che siano discussioni animate o ‘pacifiche', l'importante è che siano simili: questo riduce il rischio di mortalità precoce. La notizia arriva dai ricercatori dell'Arizona University che sulla rivista “Journal of Psychosomatic Medicine” hanno pubblicato lo studio intitolato “Mismatch in Spouses’ Anger-coping Response Styles and Risk of Early Mortality”. Vediamolo nel dettaglio.
Litigare, con stile. Ci sono voluti 32 anni di ricerca per giungere alla conclusione che litigare allo stesso modo aiuta a ridurre il rischio di morte precoce, i ricercatori ci spiegano che le risposte psicosomatiche sono infatti importanti quando si parla di salute e i litigi influenzano la nostra vita. In una coppia può capitare che uno sia più litigioso, mentre l'altro abbia la tendenza a smorzare o a rispondere alla rabbia allo stesso modo. Per quanto possa sembrarci utile qualcuno che sappia sminuire i conflitti, secondo i ricercatori, l'ideale per evitare un incremento delle discussioni nella coppia è invece qualcuno che litiga tanto quanto noi.
Lo studio. Per giungere a questa conclusione, gli scienziati hanno seguito per 32 anni 192 persone e ne hanno analizzato il modo di litigare, dai dati raccolti è emerso che le persone che discutevano alle stesso modo tendevano a vivere di più: i conflitti affrontati invece in maniera opposta, tendevano ad incrementare il rischio di morte prematura. Insomma, maggiore è la differenza di risposta alla nostra rabbia, maggiore è il rischio di morire precocemente.
Conclusioni. Lo studio non vuole dire che litigare faccia bene alla coppia, ma che litigare allo stesso modo aiuti gli innamorati ad esprimersi e a sentirsi compresi, questo vale sia per chi discute più animatamente, sia per chi affronta le discordie in maniera più pacifica. Insomma, chi si somiglia, si piglia.
