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Covid 19

L’efficacia del vaccino Pfizer scende sotto il 50% dopo sei mesi

Due dosi del vaccino Covid proteggono dal rischio di infezione al 47% dopo cinque mesi, ma resta alta la protezione contro i ricoveri ospedalieri.
A cura di Valeria Aiello
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L’efficacia del vaccino anti Covid sviluppato da Pfizer e BioNTech scende sotto il 50% sei mesi dopo la somministrazione della seconda dose. Lo indicano i risultati dello studio pubblicato su The Lancet, che confermano i rapporti preliminari di Israele e dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti, riportando una riduzione dell’efficacia contro le infezioni dopo 5 o più mesi dalla vaccinazione completa.

Dallo studio, finanziato dalla stessa Pfizer, emerge che il vaccino ha un’efficacia contro l’infezione dell’88% nel primo mese dopo la seconda dose e che la protezione cala al 47% dopo 5 mesi dalla seconda dose. Una copertura più alta è stata riscontrata contro la variante Delta. “Tra le infezioni sequenziate – spiegano gli autori – l’efficacia del vaccino contro le infezioni da variante Delta è stata elevata durante il primo mese (93%) ma è scesa al 53%” dopo 4 mesi. Anche l’efficacia contro altre varianti (non Delta) è stata elevata (97%) nel primo mese dopo la vaccinazione ma è scesa al 67% a 4-5 mesi”.

Si preserva invece l’efficacia del vaccino contro i ricoveri ospedalieri, complessivamente del 93% fino a 6 mesi, confermando la protezione dalla malattia anche a fronte dell’ampia diffusione della variante Delta. “Questo suggerisce che le riduzioni dell’efficacia nel tempo siano probabilmente dovute alla diminuzione dell’efficacia stessa che alla variante Delta che sfugge alla protezione del vaccino – aggiungono gli studiosi – . Dal momento che l’efficacia contro le infezioni da variante Delta era superiore al 90% al primo mese dalla vaccinazione completa, sono stati osservati cali nella protezione dall’infezione nel tempo dalla vaccinazione, indipendente dalla variante di Sars-Cov-2 e l’efficacia contro i ricoveri ospedalieri a causa della variante Delta è stata molto elevata durante l’intero periodo di studio”.

L’analisi, che poggia sui dati del sistema ospedaliero Kaiser Permanente Southern California, ha preso in esame tutti i campioni positivi risultati positivi a Sars-Cov-2 durante il periodo di studio (14 dicembre-8 agosto 2021). Su 3.436.957 vaccinati, 184.041 (5,4%) sono stati infettati da Sars-Cov-2, di cui 12.130 (6,6%) ricoverati in ospedale. I campioni positivi, elaborati per il sequenziamento dell’intero genoma e la designazione del lignaggio virale, sono risultati al 28% di variante Delta, con la proporzione dei campioni con questa mutazione è aumentata dallo 0,6% di aprile all’86,5% di luglio 2021.

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