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Le stelle cadenti di novembre illuminano i cieli italiani: quando vedere le Leonidi

Tra il 17 e il 18 novembre è atteso il picco massimo delle Leonidi, le stelle cadenti di novembre generate dalla cometa 55P/Tempel-Tuttle. Come e quando vederle.
A cura di Andrea Centini
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Meteore. Credit: NASA/MSFC Meteoroid Environment Office
Meteore. Credit: NASA/MSFC Meteoroid Environment Office

Nella notte tra mercoledì 17 e giovedì 18 novembre potremo ammirare nel cielo il picco massimo dello sciame meteorico delle Leonidi, le “stelle cadenti” più suggestive di questo periodo dell'anno. Sono originate dalle polveri e dai detriti rilasciati dalla cometa periodica 55P/Tempel-Tuttle durante il suo passaggio al perielio, cioè al punto più ravvicinato al Sole della sua orbita. L'oggetto celeste, scoperto indipendentemente dagli astronomi Ernst Wilhelm Tempel e Horace Parnell Tuttle nel 1865/66, compie i suoi passaggi nei pressi della Terra ogni 33 anni; l'ultima volta accadde nel 1998, pertanto ci vorranno diversi altri anni prima di poter ammirare una delle celebri e meravigliose tempeste meteoriche delle Leonidi, associate proprio al ritorno della cometa, che rimpingua la scorta di detriti – i meteoroidi – ad ogni nuovo passaggio. Ecco tutto quello che c'è da sapere per non perdersi lo spettacolo delle stelle cadenti di novembre.

Come per ogni altro sciame meteorico, anche il nome delle Leonidi è associato al radiante sulla volta celeste, cioè alla porzione di cielo dalla quale sembrano apparentemente originare, che nel caso specifico si trova nel cuore della costellazione del Leone. Il picco massimo di queste meteore, ovvero la frequenza oraria maggiore, si verifica tipicamente tra il 17 e il 19 novembre di ogni anno, tuttavia restano visibili per un periodo di tempo più lungo, che abbraccia quasi tutto il mese. La sera del 17 novembre la costellazione del Leone sorgerà a Nord Est, attorno alle 22:30 (ora di Roma). Sarà totalmente al di sopra dell'orizzonte circa 3 ore dopo, “abbracciata” dall'Orsa Maggiore e dal Leone Minore a sinistra, dalla costellazione dell'Idra a destra e da quella del Cancro in alto. Il radiante è associato alla “criniera” del Leone, a metà strada tra le stelle Algenubi e Algieba. Ricordiamo che sebbene le scie luminose sembrano originare da quel punto specifico, in realtà risultano visibili in una porzione significativa della volta celeste.

Le meteore delle Leonidi si generano dall'impatto tra i meteoroidi rilasciati dalla cometa 55P/Tempel-Tuttle e l'atmosfera della Terra, che attraversa la nube durante questo periodo dell'anno. I frammenti meteorici intercettati dall'atmosfera terrestre si infiammano e generano le meravigliose scie luminose nel cielo. Quando i frammenti sono più grandi delle semplici polveri possono dar vita anche ai bolidi, che oltre a produrre scie brillantissime (e molto lunghe) possono innescare un sonoro boato. Purtroppo, come indicato, dovremo aspettare il 2031 per il nuovo passaggio della cometa e le relative tempeste meteoriche, dunque ci dovremo accontentare della componente annuale. L'Unione Astrofili Italiani (UAI) sottolinea che quest'anno non dovrebbero esserci sorprese, dunque ci si aspetta un'apparizione “blanda” e composta da meteore generalmente a bassa luminosità.

A “rovinare” lo spettacolo, tuttavia, vi sarà soprattutto la quasi concomitanza tra il picco massimo dello sciame meteorico e il plenilunio, che è atteso per la mattinata del 19 novembre. Ciò significa che nella notte tra il 17 e il 18 brillerà nel cielo un disco lunare quasi pieno, in grado di cancellare dal firmamento la maggior parte delle scie luminose. Quelle più brillanti possono comunque sopravvivere all'inquinamento luminoso prodotto dal satellite della Terra, pertanto varrà sicuramente la pena lanciare lo sguardo a Nord Est, nella speranza di poter intercettare qualche bella scia luminosa. Per le Leonidi più belle, come indicato, dovremo attendere una decina d'anni.

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