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Le sostanze psichedeliche potrebbero migliorare la salute del cuore

Lo suggerisce un’analisi del National Survey on Drug Use and Health degli Stati Uniti che ha mostrato una relazione tra l’uso di sostanze psichedeliche e una minore probabilità di malattie cardiache, ipertensione e diabete.
A cura di Valeria Aiello
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Le sostanze psichedeliche, come DMT, ayahuasca, LSD, mescalina, peyote o psilocibina, potrebbero avere un impatto positivo sulla salute del cuore. Lo suggerisce un’analisi del National Survey on Drug Use and Health degli Stati Uniti, un sondaggio annuale progettato per misurare la prevalenza dell’uso di sostanze e dei problemi di salute mentale nel Paese.

All’inizio del 2021, un primo studio basato sui dati di questo sondaggio aveva rilevato che coloro che hanno provato uno psichedelico almeno una volta nella vita avevano maggiori probabilità di riportare un migliore stato di salute generale e minori probabilità di essere sovrappeso. Gli stessi intervistati avevano anche minori probabilità di avere una condizione cardiovascolare, come l’ipertensione, nell’ultimo anno.

Questi risultati hanno spinto i ricercatori ad ampliare l’indagine sull’associazione tra l’uso di sostanze psichedeliche e le malattie cardiometaboliche. E l’analisi dei dati ha nuovamente indicato che chi ha provato droghe psichedeliche almeno una volta nella vita ha minori probabilità di malattie cardiache e minori probabilità di diabete nell’anno precedente. Questa associazione è stata confermata anche quando i ricercatori hanno controllato i risultati per età, sesso, stato civile, razza, reddito familiare, livello di istruzione, coinvolgimento in comportamenti a rischio e uso di altre droghe.

La correlazione tra psichedelici e salute cardiovascolare è interessante ma, avvertono i ricercatori, potrebbero esserci fattori confondenti non presi in considerazione dall’analisi, così come non sappiamo se ad aver avuto un impatto positivo sulla salute del cuore sia stato l’uso dello psichedelico, o viceversa. “La direzione della causalità rimane sconosciuta – ha affermato a PsyPost l’autore corrispondente dello studio, Otto Simonsson – . Sono necessari studi futuri con disegni in doppio cieco, randomizzati e controllati con placebo per stabilire se l’uso di sostanze psichedeliche può ridurre il rischio di malattie cardiometaboliche e, in tal caso, attraverso quali meccanismi”.

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