Le mucche comunicano tra loro: scoperto cosa mamma e figlio si dicono

[Foto di Hans]
Per la prima volta uno studio approfondito, realizzato dalla collaborazione tra la Queen Mary University di Londra e la University of Nottingham, ha “tradotto” le conversazioni tra le mucche e i vitelli. Se i “moo” sono sempre stati riconosciuti come suoni comunicativi, adesso è stato scoperto cosa vogliano realmente dire.
Un punto di partenza
Due sono stati i fattori che hanno permesso le importanti scoperte di questo studio. Da un lato, un'attenta analisi dei suoni emessi, in grado di descrivere le variazioni dei parametri vocali, cosa che prima non era mai stata fatta. Dall'altro, l'impiego di una teoria che collega le strutture acustiche delle vocalizzazione con la morfologia e la fisiologia dell'animale che emette il suono. In pratica, una predeterminata posizione della bocca in corrispondenza di una vocalizzazione.
Una scoperta entusiasmante

Lo studio si è concentrato sulla comunicazione tra le mucche e i loro vitelli, con l'obiettivo di comprendere se fosse possibile dimostrare l'esistenza di suoni precisi emessi per scopi predefiniti. Gli studiosi hanno effettivamente identificato due differenti tipi di vocalizzazioni alle quali sono associati altrettanti comportamenti e strutture acustiche. Hanno definito Low Frequency Calls (LFCs) quelle prodotte dalle mucche quando si trovavano nelle vicinanze dei loro vitelli, già a partire dalla terza settimana dopo il parto. Emesse con la bocca chiusa o quasi parzialmente aperta, hanno una frequenza che varia da 81.17 a ± 0.98 Hz. Mentre le High Frequency Calls (HFCs) erano prodotte dalle mucche, non in contatto visivo con il loro vitelli, al fine di chiamarlo per l'allattamento. Emesse con la bocca completamente aperta, utilizzando anche le vibrazioni prodotte dalla lingua, hanno una frequenza che varia da 152.8 a ± 3.10 Hz.
Chiacchiere da vitelli

[Foto di marmax]
Quanto ai vitelli, la riproduzione delle vocalizzazioni corrisponde alla ricerca della madre per l'allattamento e hanno una frequenza che varia d 142.8 a ± 1.80 Hz. I piccoli sono in grado di riconoscere la loro madre proprio grazie a questi suoni. Lo studio è un grande passo avanti nel campo della comunicazione bovina e permetterà di comprendere, in futuro, lo status emotivo di questi animali in condizioni specifiche, ad esempio quelle di stress.