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Le misure di contenimento per il coronavirus stanno modificando il modo in cui si muove la Terra

L’uomo è chiuso in casa e la Terra si riprende i suoi spazi. E si muove diversamente. Lo svela una ricerca belga, sottolineando che da quando è iniziato il periodo di quarantena il rumore generato dai movimenti terrestri è diminuito del 30%.
A cura di Marco Paretti
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Le misure di contenimento prese da molti paesi del mondo per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus stanno avendo effetti molto evidenti sull'ambiente. Dalla riduzione dell'inquinamento e a quella del rumore ambientale, la drastica diminuzione della circolazione dell'uomo al di fuori delle proprie case ha consentito all'ambiente di riprendersi parte dei suoi spazi. Ora un nuovo studio ha riportato nuovi effetti della quarantena sulla Terra, che a quanto pare si starebbe muovendo in maniera diversa proprio a causa dei nostri spostamenti limitati dal lockdown.

Lo rivela una ricerca del Royal Observatory in Belgio, sottolineando una diminuzione del rumore sismico rilevata a partire dall'inizio delle misure di contenimento. Il "suono" della Terra sarebbe quindi cambiato a causa della modifica del modo in cui si muove, provocata dalla diminuzione dell'attività umana e dalla riduzione drastica degli spostamenti. Analizzando i movimenti della Terra attraverso un sismografo, i ricercatori hanno scoperto che il "rumore" generato dal nostro pianeta si è ridotto di circa un terzo rispetto alla situazione pre-coronavirus. Una riduzione di questa grandezza, spiegano gli scienziati, si rileva generalmente nel periodo natalizio.

Una situazione rilevata anche a Los Angeles, dove un altro gruppo di ricercatori ha confermato la diminuzione del rumore sismico e di conseguenza la modifica del movimento terrestre. "Il calo è incredibile" ha commentato Celeste Labedz, uno dei ricercatori americani. La diminuzione del rumore, peraltro, potrebbe aiutare a studiare meglio i movimenti terrestri perché, come spiegano i ricercatori, un rumore minore potrebbe aiutare a migliorare la sensitività dei rilevatori per analizzare terremoti e attività vulcanica. "C'è una grande possibilità che questa situazione possa aiutarci ad avere misurazioni più accurate" ha spiegato Thomas Lecocq, responsabile della ricerca belga.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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