Le droghe psichedeliche per curare le malattie mentali: così LDS e funghetti riducono i sintomi
Le droghe psichedeliche, come LSD e funghi allucinogeni, potrebbero curare alcune malattie mentali. Due diverse ricerche, pubblicate su Scientific Report, hanno studiato gli effetti del LSD e dei funghi allucinogeni su pazienti affetti da gravi patologie mentali, scoprendo sorprendenti capacità curative. Le droghe psicotrope, come l'acido lisergico (LSD) o la psilocibina (il principio attivo presente in alcuni funghi), cioè che alterano lo stato psichico di chi le assume, possiedono, come è facile immaginare, potenti effetti sulle funzioni neuronali. La storia della psichiatria è costellata di "esperienze" e tentativi di utilizzare questo tipo di sostanze nella cura di malati mentali, ma per la prima volta si sono utilizzate tecniche moderne, come la risonanza funzionale.
La psilocibina. La psilocibina è il principio attivo presente in più di 200 varietà di funghi detti psilocybe, se assunta i suoi effetti variano da allucinazioni visive, cambiamenti della percezione dello spazio e del tempo e "visioni ad occhi chiusi", ma anche ansia e stati di paranoia. La storia di questa sostanza accompagna quella della spiritualità della società umana, trovandone traccia in pitture rupestri, tombe preistoriche e in quasi tutte le culture mesoamericane.
Come i funghi possono curarti? La ricerca presentata dall’Imperial College di Londra mette in luce gli effetti di questa sostanza sulla depressione. Preso in esame un piccolo gruppo di 20 malati, non reattivi ai normali trattamenti farmacologici, sono state somministrare 2 dosi di psilocibina. "Molti dei nostri pazienti hanno descritto di sentirsi resettati dopo il trattamento" ha dichiarato il dott. Robin Carhart-Harris responsabile della ricerca. Oltre però alle "esperienze" ci sono dei dati medici. I ricercatori hanno mappato, attraverso la risonanza funzionale, il cervello, rilevando un ridotto afflusso nell'amigdala, nota per essere coinvolta nell'elaborazione delle risposte emotive come lo stress. Immediatamente dopo il trattamento con psilocibina, i pazienti hanno riportato una diminuzione dei sintomi depressivi e secondo i ricercatori "la psilocibina può dare il calcio d'inizio di cui hanno bisogno per uscire dai loro stati depressivi e i risultati della risonanza supportano provvisoriamente questa analogia".
Acido lisergico-Lsd. L'acido lisergico è un alcaloide ricavato per la prima volta dalla segale cornuta, un fungo del grano, il 16 novembre 1938 dal chimico svizzero Albert Hofmann. Da quel giorno numerosissimi sono stati gli studi, anche governativi, sugli effetti di questa potentissima sostanza psicotropa, andando ben oltre l'utilizzo di droga ricreativa. Fra gli effetti si annoverano alterata consapevolezza dell'ambiente circostante, delle percezioni e sentimenti. Anche in questo caso può provocare attacchi di panico e ansia.
LSD è come il jazz. Un team di ricerca catalano dell'università Pompeu Fabra di Barcellona ha scoperto che "gli acidi" armonizzano le funzioni cerebrali, costringendo, alcune aree non collaborative, a comunicare fra loro. A dodici volontari sono state somministrate piccole dosi di LSD e campioni placebo da prendere durante l'ascolto di musica o senza. I ricercatori attraverso un nuovo tipo di risonanza magnetica detta Connectome-harmonic ne hanno monitorato l'attività cerebrale documentando la riorganizzazione celebrale e dimostrando un effetto più capillare durante l'ascolto della musica. "Così come l'improvvisazione dei jazzisti è basata sull'utilizzo di molte più note musicali in modo spontaneo e non casuale, il cervello esposto a questa sostanza combina più onde armoniche in modo spontaneo ma strutturato", afferma Selen Atasoy, ricercatrice principale. In questo modo LSD potrebbe rigenerare o ricreare nuove connessioni, supplendo al disordine funzionale che alcune patologie mentali comportano.
Non curatevi da soli. Gli autori della ricerca sulla psilocibina avvertono che mentre i risultati iniziali sono incoraggianti, la ricerca è in una fase iniziale e che nessuno dovrebbe tentare di auto-medicarsi, in quanto il team ha fornito un contesto terapeutico speciale per l'esperienza della droga e le cose potrebbero andare storte aggravando il quadro clinico del paziente.