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Covid 19

La terza dose di Pfizer blocca la variante Omicron in laboratorio

Studi preliminari indicano che la dose booster neutralizza la variante Omicron, mentre due dosi mostrano titoli di neutralizzazione significativamente ridotti.
A cura di Valeria Aiello
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La terza dose del vaccino anti-Covid può migliorare la protezione contro la variante Omicron. Lo indicano studi preliminari di laboratorio condotti da Pfizer-BionTech, che mostrano come il siero di persone che hanno ricevuto tre dosi del vaccino a mRNA sia in grado di bloccare la nuova versione mutata del coronavirus.

I dati indicato che la terza dose aumenta di 25 volte la quantità di anticorpi diretti contro Omicron rispetto a due dosi e che i titoli anticorpali dopo la dose di richiamo sono paragonabili a quelli osservati dopo due dosi contro il virus originario (wild-type) e che sono stati associati ad alti livelli di protezione. Un risultato che, evidenziano gli sviluppatori del vaccino, indicano che “due dosi potrebbero non essere sufficienti a proteggere le persone dall’infezione con la variante Omicron”. Tuttavia, poiché la stragrande maggioranza delle porzioni proteiche della proteina Spike (epitopi) prese di mira dalle cellule T indotte dalla vaccinazione non è interessata dalle mutazioni presenti in Omicron, Pfizer e BionTech ritengono che “gli individui vaccinati (con due dosi, ndr) possano ancora essere protetti contro le forme gravi della malattia”.

Ad ogni modo, una protezione più robusta può essere ottenuta con una terza dosepoiché i dati provenienti da ulteriori studi delle due aziende indicano che un richiamo con l’attuale vaccino di Pfizer e BioNTech aumenta i titoli anticorpali di 25 volte”. Secondo i dati preliminari delle due società, la terza dose “fornisce un livello di anticorpi neutralizzanti contro Omicron simile a quello osservato dopo due dosi contro le varianti wild-type e altre emerse prima di Omicron”, aumentando anche il livello di cellule T CD8+ contro più epitopi che si ritiene siano correlati alla protezione contro le malattie gravi. “Rispetto al virus originario – precisano Pfizer e BioNTech – la stragrande maggioranza di questi epitopi rimane invariante nella variante Spike di Omicron”.

Sebbene due dosi del vaccino possano ancora offrire protezione contro malattie gravi causate da Omicron, da questi dati preliminari è chiaro che la protezione è migliorata con una terza dose del nostro vaccino  – ha affermato Albert Bourla, presidente e amministratore delegato di Pfizer – . Garantire che il maggior numero possibile di persone sia completamente vaccinato con le prime due dosi e un richiamo rimane la migliore linea d’azione per prevenire la diffusione di Covid-19”.

Il nostro primo set di dati preliminare indica che una terza dose potrebbe ancora offrire un livello sufficiente di protezione dalla malattia di qualsiasi gravità causata dalla variante di Omicron – ha aggiunto Ugur Sahin, ceo e co-fondatore di BioNTech – . Ampie campagne di vaccinazione e di richiamo in tutto il mondo potrebbero aiutarci a proteggere meglio le persone e a superare la stagione invernale. Continuiamo a lavorare su un vaccino adattato che, crediamo, aiuterà a indurre un alto livello di protezione contro la malattia COVID-19 indotta da Omicron, nonché una protezione prolungata rispetto all’attuale vaccino”.

Sebbene questi risultati siano preliminari, le aziende continueranno a raccogliere dati e a valutare l’efficacia dell’attuale vaccino nel mondo reale contro Omicron. Lo scorso 25 novembre, Pfizer e BionTech hanno iniziato a sviluppare un vaccino Covid specifico per Omicron che continuerà comunque ad essere valutato nel caso in cui sia necessario un adattamento della formulazione per aumentare il livello e la durata della protezione contro Omicron.  In questo caso, rassicurano le due società, i primi lotti del vaccino basato sulla proteina Spike di Omicron saranno prodotti e pronti per la consegna entro 100 giorni, in attesa dell’approvazione normativa.

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