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La strana rotazione di Oumuamua provocata da un incidente spaziale

Scoperto il 18 ottobre 2017, il primo asteroide interstellare scoperto nel nostro sistema ha una storia catastrofica alle spalle. È stato colpito con violenza da un altro oggetto, che gli ha impresso una stranissima rotazione proiettandolo fino a ‘casa nostra’.
A cura di Andrea Centini
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Il ‘sigaro spaziale' 1I/'Oumuamua o 2017 U1, il primo asteroide interstellare scoperto nel Sistema solare, è stato violentemente colpito da un altro oggetto di natura sconosciuta, che gli ha impresso una caotica quanto curiosa rotazione. Continuerà a “ruzzolare” in questo stato – ruotando nella direzione dell'asse più lungo – per almeno un altro miliardo di anni. Lo ha determinato un team di ricerca della Queen's University Belfast (Irlanda del Nord), che ha condotto approfondite analisi di fotometria ottica (studio della luminosità) del bizzarro oggetto.

Secondo gli studiosi coordinati dal professor Wesley Fraser, docente presso la Scuola di Matematica e Fisica dell'ateneo britannico, la violenta collisione sarebbe avvenuta nel suo sistema di origine, inquadrato da qualche parte nella costellazione della Lira, nelle vicinanze della stella Vega. Per gli scienziati è impossibile sapere se l'impatto è avvenuto durante la sua formazione o dopo, benché sia più probabile la prima delle due opzioni. Sarebbe stato proprio questo evento a scagliarlo fuori dal suo sistema fino a portarlo nel nostro, dove viaggia a una velocità relativa di 22 chilometri al secondo. Probabilmente ha iniziato a fare queste ‘capriole' centinaia di milioni di anni fa, e come spiegato da Fraser continuerà per oltre un miliardo di anni, sia che si tratti di un vero e proprio asteroide che di una cometa.

La natura di Oumuamua, nome che in hawaiano significa “messaggero che arriva per primo da lontano”, non è infatti stata ancora esattamente chiarita, tanto che nelle primissime fasi si era persino parlato di possibile UFO. L'oggetto lungo 200 metri possiede caratteristiche assimilabili a quelle delle comete, come un'orbita iperbolica, eppure non sprigiona alcuna chioma o coda di particelle vaporizzate dal Sole. Secondo gli studiosi ciò potrebbe dipendere da uno strato di 50 centimetri di materiale organico che ricopre l'intero oggetto. Sin dalla sua scoperta, avvenuta il 18 ottobre 2017 ad opera del dottor Rob Weryk, un astronomo che lavora alla missione Pan-STARRS, Oumuamua ha catalizzato l'attenzione degli scienziati, soprattutto a causa dell'insolita orbita.

Come indicato, Oumuamua è il primo oggetto interstellare scoperto nel Sistema solare, ma probabilmente molto presto sarà seguito da altri corpi simili, grazie alla messa in funzione (entro un paio di anni) dell'osservatorio Large Synoptic Survey Telescope. Quelli come Oumuamua sono oggetti molto piccoli e difficili da identificare, ma il nuovo strumento – che verrà installato in Cile – ha tutte le caratteristiche adatte per intercettarli. I dettagli sulla rotazione Oumuamua, il cui viaggio lo sta proiettando verso la costellazione di Pegaso, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Astronomy.

[Credit: European Southern Observatory/M. Kornmesser]

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