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La sonda New Horizons è pronta ad incontrare Plutone

E meno male, perché lo scorso sabato un’anomalia aveva fatto temere il peggio per più di un’ora. Ma tutto si è risolto e adesso la sonda veleggia verso il Pianeta nano.
A cura di Nadia Vitali
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Ci si era messo di mezzo un imprevisto non da poco per rovinare la festa di uno degli eventi astronomici più importanti dell’anno. Fortunatamente alla fine tutto si è risolto per il meglio, ma per un po’ alla NASA hanno tremato al pensiero di perdere la sonda New Horizons quando ormai era a un soffio dall'obiettivo Plutone, dopo i quasi dieci anni di viaggio che sono stati necessari per farla giungere fino in quel remoto angolo di Sistema Solare dove orbita il Pianeta nano più famoso. Ma esattamente cosa è accaduto?

Un tranquillo sabato di paura

Tutto è cominciato sabato 4 luglio quando un’anomalia ha determinato l’interruzione delle comunicazioni tra la sonda New Horizons e il Deep Space Network della NASA. Al centro di controllo della missione, presso il Laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University, sono stati registrati 81 minuti di totale blackout determinati – secondo quanto è stato possibile stabilire solo quando i contatti sono stati ripresi – da un problema constatato dal pilota automatico della sonda. Come previsto dalle procedure in questi casi, lo stesso pilota automatico ha provveduto a mettere la sonda in modalità di sicurezza, impedendo così che nel frattempo venissero effettuate eventuali operazioni scientifiche: poco male lì per lì, ma un autentico disastro in prospettiva del fly-by su Plutone e sulla sua Luna principale, Caronte, previsto per il prossimo 14 luglio.

In ogni caso il problema è stato individuato – e non è un guasto del software o dell’hardware, fortunatamente – e la missione sta tornando alla normalità. Il 7 luglio riprenderanno le attività scientifiche e il sorvolo si svolgerà esattamente come era nei piani. A creare il tutto sarebbe stata la sequenza di comandi inviati dal centro di controllo per predisporre il veicolo spaziale al passaggio ravvicinato: un rallentamento nel recepirli ha temporaneamente causato problemi al sistema.

Plutone vista dalla superficie di una delle sue Lune. Accanto, sulla destra, il satellite Caronte. Image Credit: NASA, ESA and G. Bacon (STScI)
Plutone vista dalla superficie di una delle sue Lune. Accanto, sulla destra, il satellite Caronte. Image Credit: NASA, ESA and G. Bacon (STScI)

Aspettando il 14 luglio

Adesso, dunque, non resta che aspettare pazientemente i pochi giorni che ci separano dalla data più importante, quella del sorvolo di Plutone e Caronte. Occasione molto attesa anche per confermare i dati ottenuti grazie al telescopio spaziale Hubble il quale, non molto tempo fa, ci ha fatto sapere che le Lune del Pianeta nano hanno un comportamento piuttosto singolare, che merita decisamente ulteriori approfondimenti.

Alle porte di Plutone

C'è da dire che anche New Horizons non è stata pigramente ad aspettare di avvicinarsi troppo per raccogliere interessanti informazioni: le immagini realizzate tra il 29 maggio e il 19 giugno scorsi, grazie alla fotocamera telescopica a lungo raggio LORRI (Long Range Reconnaissance Imager), hanno infatti rivelato che Plutone appare più del doppio dimensionalmente e che lo stesso può dirsi della sua Luna principale, Caronte. Su quest'ultima sarebbe inoltre presente una regione oscura, una sorta di calotta polare che non ci si aspettava decisamente di trovare lì nonché una straordinaria varietà di superfici proprio nella zona di emisfero su cui verrà effettuato il passaggio radente, con tanto di vaste macchie scure.

Dati estremamente interessanti che in primo luogo saranno eventualmente confermati nei prossimi giorni, dato che gli strumenti e le tecniche utilizzate possono creare degli inganni; e che successivamente, in ogni caso, andranno interpretati e compresi.

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