La possibile cura contro l’Aids nel sistema immunitario di una donna
Si chiama Loreen Willenberg e, sebbene il suo nome è ancora poco noto, un giorno potrebbe esser ricordata in tutto il mondo per aver in qualche modo contribuito alla ricerca contro l’Aids. La donna, 61enne residente a Sacramento (California), fa parte di una ristretta percentuale di persone che, sebbene infette dal virus dell'immunodeficienza umana, più noto come Hiv, non vedrà mai la sua condizione aggravarsi, tanto da attraversare le tre fasi fino allo stadio terminale chiamo Aids.
Nel mondo 35milioni di persone con l'Aids. In un modo ancora poco chiaro, Loreen fa parte di una ristretta percentuale di persone il cui sistema immunitario riesce a tenere sotto controllo l’infezione primaria. La malattia, le cui origini vengono fatte risalire per convenzione al 1981, quando venne isolata in alcuni pazienti statunitensi, colpisce oggi 35milioni di persone in tutto il mondo. La maggior parte di queste, o comunque moltissime di quelle residenti nelle aree ricche del pianeta, sono costrette ad assumere farmaci specifici, capaci di rallentarne lo sviluppo. Loreen, invece, riesce a vivere senza problemi anche senza il supporto di medicinali.
Nel mondo soltanto 500 persone come Loreen. "In un certo qual modo – ha commentato la donna che risulta affetta dal virus da ormai 23 anni – la malattia non sta progredendo verso la sua fase finale”. Soltanto l’1 per cento delle persone affette da Hiv, evidenzia il professor Richard Pollard, sembra godere di tale capacità. "Il loro corpo – spiega l’esperto che da tempo segue il caso – ha un modo efficace e ancora misterioso di reagire, tanto che il virus risulta difficilmente rilevabile”. Come lei, in tutto il mondo, ci sono soltanto 500 persone e ora spetta alla scienza capire come il loro sistema immunitario sia riuscito ad evolversi.
Un super sistema immunitario ferma l'Aids. Nelle persone “normali” il virus dell’Hiv attacca le cellule T CD4, fondamentalmente dei globuli bianchi che aiutano il sistema immunitario a difendersi dagli attacchi di patogeni esterni. Una volta abbattuta questa difesa l’Hiv si moltiplica, procedendo all’eliminazione di un altro tipo di cellula T, la CD8, specializzate nel combattere le infezioni di tipo virale. Nel caso di Loreen le cellule CD8 risultano tanto forti da non poter essere sopraffatte.
Negli ultimi dieci anni Loreen ha partecipato a 13 studi clinici. Gli scienziati non sono ancora riusciti a capire il segreto custodito nel suo genoma. "Trovare una risposta – ha commentato Pollard – potrebbe aprire la strada ad una serie di studi che possono a loro volta permetterci di sviluppare tecniche e farmaci che estendano tali capacità immunitarie a tutti”. Loreen spera di poter un giorno vedere sul mercato un vaccino capace di debellare l’Hiv. “Sarei felice di assistere a questo risultato prima di passare a miglior vita – ha concluso la donna – in quel momento potrei dire di aver avuto una buona vita”.