La pandemia ha peggiorato stress e depressione nei bambini in età scolare
Lezioni in presenza non regolari, pochi o quasi nessun incontro con gli amici e timori per il contagio: secondo un’indagine condotta in Germania, le misure per contrastare la pandemia di Covid-19 hanno avuto un impatto significativo tra i più giovani, specialmente tra bambini e adolescenti, la cui soddisfazione di vita – intesa come valutazione soggettiva della qualità della propria esistenza – è diminuita di circa il 20% rispetto al periodo pre-Covid.
L’indagine, a cura della DAK-Gesundheit, ha coinvolto 14mila ragazzi in età scolare, evidenziando che il 23% dei bambini e degli adolescenti manifesta sintomi di disturbi depressivi come tristezza, bassa autostima, stress, perdita di interesse e ritiro sociale. Un su tre, in particolare, non si sente sufficientemente protetto dal virus a scuola. Il 56%, tuttavia, ha ritenuto che le norme anti-Covid adottate fossero appropriate.
Più della metà (55%) dei ragazzi ha detto di trovarsi bene con la didattica a distanza, anche se un quarto valuta il proprio apprendimento come mediocre e un quinto lo considera scarso o molto scarso. D’altra parte, le chiusure scolastiche non alleviano lo stress: quasi un bambino su due ha detto di essere spesso o molto spesso stressato. E uno su sette ha affermato di sentirsi spesso triste e infelice, specialmente tra le ragazze che sono risultate le più colpite dall’aumento dei problemi emotivi.
Ad accentuare lo stato di sofferenza, la mancanza di sport e attività motoria. I risultati dell’indagine, nel complesso, hanno indicato che la percentuale di bambini che praticano sufficiente attività fisica è di diminuita di un quinto rispetto al periodo pre-Covid. “La maggior parte dei ragazzi non svolge neppure i 90 minuti di attività raccomandati al giorno” hanno evidenziato i ricercatori di DAK-Gesundheit.