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La pandemia di Covid-19 ha causato una carenza di idrossiclorochina per i malati reumatici

Lo indicano i risultati di una ricerca presentata in occasione dell’ACR Convergence, l’incontro annuale dell’American College of Rheumatology: “Mancanze segnalate in Africa, Sud-Est asiatico, nelle Americhe e in Europa”.
A cura di Valeria Aiello
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I pazienti che soffrono di malattie come l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico hanno avuto difficoltà a reperire i farmaci normalmente prescritti per il trattamento di queste patologie, tra cui gli antimalarici idrossiclorochina e clorochina che, nei primi mesi della pandemia di Covid-19, sono entrate nei protocolli di sperimentazione come potenziali terapie contro l’infezione da coronavirus.

Covid-19 ha causato carenza di idrossiclorochina per i malati reumatici

A indicarlo è un team internazionale di esperti in una ricerca presentata in occasione dell’ACR Convergence, l’incontro annuale dell’American College of Rheumatology, i cui risultati hanno indicato la carenza di tali farmaci in Africa, nel Sud-Est Asiatico, e in misura minore nelle Americhe e in Europa. Di conseguenza, molti pazienti si sono ritrovati senza le loro abituali cure, con esiti peggiori in termini di salute fisica e mentale. Questo è avvenuto soprattutto in alcune regioni dell’Africa, dove 1 paziente su 4 (26,7%) non ha potuto assumere questi medicinali, ma anche nei Paesi del Sud-Est asiatico (21,4%), delle Americhe (6,8%) e in Europa (2,1%).

Per arrivare a questi risultati, i ricercatori hanno utilizzando i dati del programma Covid-19 Global Rheumatology Alliance Patient Experience Survey, un sondaggio online che ha coinvolto oltre 9.393 persone, di cui 3.872 malati reumatici (41,2%), con l’obiettivo di valutare se l’uso di idrossiclorochina/clorochina fosse associato a un minor rischio di infezione da coronavirus nonché l’impatto della carenza di tali farmaci durante la pandemia di Covid-19. Complessivamente, indicano i ricercatori, il 6,2% dei malati reumatici ha segnalato la carenza di questi due medicinali nelle farmacie.

Il sondaggio sull’esperienza dei pazienti – ha spiegato Emily Sirotich, ricercatrice e prima autrice dello studio – è stato lanciato nell’aprile 2020, durante i primi giorni della pandemia, quando le comunità scientifiche e di ricerca avevano la pressione di identificare trattamenti sicuri e efficaci per l’infezione da coronavirus Sars-Cov-2. Essendo l’idrossiclorochina e clorochina essenziali nel trattamento dell’artrite reumatoide e del lupus eritematoso sistemico, la segnalazione della carenza di questi medicinali è diventata una delle maggiori preoccupazioni”.

Come detto, oltre alla disponibilità di questi farmaci, i ricercatori hanno utilizzato i dati per verificare se l’assunzione di idrossiclorochina o clorochina avesse in qualche modo protetto i pazienti con malattie reumatiche dall’infezione da coronavirus o da manifestazioni più gravi della malattia. Analogamente da quanto evidenziato in altre indagini – che hanno determinato l’inefficacia di un trattamento preventivo attraverso studi randomizzati con placebo e in doppio cieco – anche i risultati di questa nuova indagine hanno escluso che l’assunzione di idrossiclorochina o clorochina determinasse un diverso tasso di infezione da coronavirus.

La nostra ricerca – ha aggiunto Sirotich – evidenzia le conseguenze dannose del riposizionamento degli antimalarici, senza adeguate prove di beneficio, sui pazienti che accedono alla prescrizione di idrossiclorochina o clorochina per le loro malattie reumatiche. È necessario pertanto mantenere il rigore scientifico anche nel contesto di una pandemia e riconoscere i potenziali impatti della carenza di farmaci. È anche importante affrontare le disparità regionali nell’accesso ai farmaci, per garantire che tutte le persone, in particolare quelle che vivono nei Paesi in via di sviluppo, ricevano giusto ed equo accesso ai questi farmaci essenziali”.

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